Cari Condottieri Coraggiosi, eccoci qui, solo qualche ora fa eravamo nel pieno di un momento idilliaco in cui pensavamo di pianificare una vacanzina.
Magari a Pasqua o poco dopo, in una zona di mare. E invece… ci troviamo catapultati in una dimensione differente in cui, lo scenario ci costringe a pensieri profondamente differenti da quelli che ci immaginavamo e che avevamo programmato.
Ecco che ora, proprio ora, si porta la croce. Qui, in questo preciso istante tocca a noi, che amiamo cantare, che ci impegniamo a ispirare e condurre, siamo chiamati a guidare la barca con il mare in burrasca.
Serve investire un tempo ed un’energia imprevista. Dobbiamo affrontare dinamiche noiose, fuori dalla nostra zona di comfort, mai desiderate. Magari l’istinto è quello di ripudiarle, allontanarle, scacciarle e mettere la testa sotto la sabbia. Ma per poter cantare e gioire, penso che si debba accettare sempre, e dico sempre, di dover portare la croce, anche quando pensiamo che non sia giusto che capiti proprio a noi, condottieri coraggiosi.
Se ci pensate alla fine è solo una questione di interpretazione emotiva, di come scegliamo di pensare di vivere un determinato momento. Sono certo che, anche mentre si porta la croce, dentro ognuno di noi, c’è una parte che canta, perché fiera e contenta di portare la croce. Probabilmente sono i “veri perchè” quelli che ci hanno fatto trovare in un ruolo cardine in un momento così importante.