Diventare professionisti dello Sport Sociale

Competenze per lo Sport Sociale, racconto del primo corso di formazione di futuri professionisti dello “Sport Welfare”

Antefatto

Nel mese di Marzo abbiamo dato vita a “TERZO SETTORE SPORT LEADER” il primo corso di formazione professionale per coordinatori sportivi di terzo settore. Un’esperienza ZERO a cui seguiranno sicuramente nuovi episodi.

Ho deciso di scrivere un articolo per condividere quanto emerso da questa esperienza certo che possa essere utile a tutti coloro che gravitano nell’ambito dello sport sociale e sono alla ricerca di spunti e stimoli da cui trarre ispirazione e orientamento.

Come sempre invito tutti a scrivere e fare domande se avete curiosità o riflessioni da condividere.

Introduzione

Tutti coloro che seguono il blog e le mie attività di divulgazione sanno che promuovo, in diverse forme, la cultura manageriale per lo sport e il terzo settore. Condivido le mie esperienze professionali ed i mie progetti per contribuire allo sviluppo professionale dello sport sociale.

Il mondo dello Sport abbraccia sempre più le politiche di terzo settore, il terzo settore, a sua volta si apre sempre più allo sport come strumento per perseguire benessere e benefici di carattere generale, volti al miglioramento della vita delle persone. Le due riforme in attuazione, quella dello sport e quella del terzo settore, normano questo cambiamento sociale ormai conclamato. Questo nuovo scenario in definizione porta con se molta prospettiva tra cui quella di poter determinarsi come ambito professionale in cui professionisti e realtà specializzate potranno sempre più affermarsi ed essere riconosciute.

Tra le mie più grandi passioni e pulsioni c’è quella della ricerca del miglioramento personale e degli altri; mi piace l’idea di imparare, di evolvere nel vivere la vita. La formazione è per me uno dei migliori modi per investire il proprio tempo. Anche per questo, nel caso specifico oggetto di questo articolo, mi sono prodigato per organizzare “3° settore sport leader”. Alla base di uno sviluppo personale e professionale c’è un percorso individuale di crescita.

All’interno del contesto sociale sopra descritto come futuro ambito professionale sarà rilevante avere competenze specifiche che potranno rappresentare un valore per i futuri professionisti dello “Sport Sociale”.

Cosa abbiamo insegnato

Abbiamo scelto un piano didattico che potesse fornire informazioni, contenuti e stimoli in grado di mettere in azione il coordinatore sportivo in primis sul suo orientamento personale e professionale, secondariamente sulla sua utilità di ruolo applicata al proprio contesto quotidiano di riferimento.

I principali contenuti di riferimento sono stati:

Elementi di crescita personale per lavorare sul processo di trasformazione personale, argomento che ha guidato tutto il corso perché ha consentito di ragionare sul proprio personale percorso di cambiamento nel ruolo per cui ci si stava formando. Al di là di ciò che si impara a fare per realizzare un proprio cambiamento personale è bene comprendere il processo che può favorire, a livello identitario, un cambiamento più profondo e concreto.

Innovazione sportiva, approfondimenti di contesto sulla pratica dell’innovazione sociale che unisce sport e terzo settore.

Un’unità didattica è stata dedicata al tema de “La causa sociale”: riflessioni e approfondimenti sul significato e il senso della “Causa Sociale”, su come possa agire sull’orientamento e la motivazione personale, sulla ricerca di alleanza e sulla costruzione di progettualità di sviluppo personale e comunitario.

Tema rilevante di molti degli insegnamenti proposti è stato quello della “Comunità”, dall’obiettivo N 11 dell’agenda 2030 “Città e comunità sostenibili” al riferimento comunitario come ambito in cui realizzare e applicare le proprie competenze e perseguire, insieme agli STAKEHOLDER, impatto sociale.

In continuità con il tema comunitario, un modulo didattico è stato dedicato al Welfare e alla progettazione sociale. Cos’è il welfare, cosa significa progettazione sociale e come si declina nelle politiche pubbliche. Cosa significa coprogettazione con esempi concreti di come il ruolo di professionisti sportivi può fare la differenza nel lavoro sociale.

Una serie di temi ed interventi orientati allo stakeholder network, quell’entità informale vera destinataria del valore sociale a cui l’operato del coordinatore sportivo di terzo settore deve essere rivolto.

I moduli didattici di chiusura si sono dedicati all’applicazione pratica, siamo infatti entrati nell’esercizio della “gestione delle dinamiche di gruppo e dei processi di apprendimento”. Nel corso dell’applicazione professionale del ruolo, sapere lavorare in team e sviluppare consapevolezza per passare al ruolo di leader quando necessario diventa rilevante. Abbiamo quindi fornito strumenti pratici come giochi ed esercitazioni di educazione non formale per aiutare i partecipanti a comprendere sia come collaborare quando si fa parte di un gruppo di pari, che per essere in grado di organizzare attività educative quando si è chiamato a condurre esercitazioni sportivo/educative.

L’azione dei futuri professionisti dello sport e de l terzo settore ce la siamo immaginata calata nella pratica della relazione con gli stakeholder. In quest’ambito oltre alle capacità di collaborazione con i diversi gruppi che si verranno a costituire, servirà anche una nuova capacità di comprensione del contesto sociale di riferimento per gli interventi. Si accede quindi ad un lavoro sulle “Alleanze educative” per favorire il grande obiettivo sociale a cui tutti siamo chiamati che è la riduzione delle disuguaglianze. Agire un ruolo di empowerment della comunità al fine di contrastare le disuguaglianze. Alcune competenze relazionali: la gestione dei gruppi, il riconoscimento dei segnali di vulnerabilità e la costruzione di relazioni di fiducia, gli strumenti per consolidare alleanze tra più attori, tra cui i patti educativi di comunità.

Molto spesso, nel futuro, un coordinatore sportivo di terzo settore si troverà a dover prendere decisioni capaci di poter includere concretamente quanti più beneficiari possibile, servono quindi strumenti pratici propri del fare attività sportiva da qui arriveranno feedback che la pratica di inclusiva può lasciare come messaggio. Per questo abbiamo voluto entrare nel tema delle attività fisiche adattate come strumento per comprendere come sia possibile creare “Spazi” di gioco e di crescita adatti a tutte le abilità.

I partecipanti

Nato dal bisogno di formare le figure professionali che da lì a breve avrebbero iniziato a svolgere il loro ruolo di Playmaker nell’ambito del progetto Coach di Quartiere, raccogliere le info di contenuto e metterlo sul mercato ci ha consentito di avvicinare altri partecipanti. Nel complesso dalla prima edizione ci portiamo a casa questi indicatori sui partecipanti

  • Giovani, per la gran parte a cavallo del termine del loro percorso universitario, un ottimo momento per poter poi essere orientati professionalmente
  • Con un buon orientamento sociale, quindi predisposti ad accogliere il loro percorso di cambiamento identitario e professionale
  • Digiuni sulle tematiche specifiche di ambito, soprattutto per ciò che concerne il tema degli enti e delle realtà preposte all’erogazione dei servizi di utilità sociale e i conseguenti approcci necessari per poter rendere utile un contributo professionale.
  • Entusiasmo per il senso di utilità che potrebbero rivestire di fronte allo sviluppo di un ruolo di quel tipo

Concetti chiave emersi

  • La comunità: questo è il vero contesto in cui un coordinatore sportivo di terzo settore può proiettare la propria applicazione professionale. Esercitare le proprie competenze per portare valore al territorio di prossimità.
  • Il cambiamento trasformativo personale: abbracciare una nuova identità, in questo caso quella del coordinatore sportivo di terzo settore, si è rilevato essere il filo conduttore del processo di cambiamento. Un corso, se pur ben strutturato in termini di tempo e di contenuti è solo l’inizio di un processo che, nel tempo, si completerà sempre più con l’applicazione quotidiana della nuova identità.
  • La salute: il grande valore che può lasciare un attento lavoro sullo sport come strumento di welfare si potrà misurare in SALUTE. Questo a 360° da quella fisica a quella mentale e sociale. Difficile intravedere potenziale decremento o cirticità per la sociatà al crescere dei fenomeni che favoriranno una pratica sportiva sapientemente organizzata in modo da essere partecipata ed attiva. Per questo il coordinatore sportivo di terzo settore può e deve essere un tema professionale da portare avanti nel tempo.

L’insegnamento chiave

A mio parere l’elemento da cogliere come valore che il nuovo professionista potrà esprimere è il tema della propria “proattività” all’interno di un contesto che, per l’attuazione del welfare, ha comportamenti molto attendisti da parte degli interlocutori deputati alla progettazione ed alla realizzazione degli interventi. Un coordinatore sportivo di terzo settore, vigile e attento alle dinamiche dei bisogni del territorio, ben focalizzato sui propri progetti sportivi, con una buona dose di propositività, può ritagliarsi uno spazio professionale di valore nel proprio contesto comunitario.

Le mie riflessioni mentre raccontavo

Mentre presento o faccio un intervento formativo, mi trovo ad osservare il contesto e rifletto su cosa noto davanti a me. Ecco tre pensieri che ho avuto durante questo corso

  • La voglia di cambiare fa la differenza
    Un corso di formazione è tale se ci si concede la possibilità di assecondare un cambiamento. Quanto più siamo disposti a metterci in gioco tanto maggiore sarà la forza che le informazioni e i contenuti che intrecceremo avranno su di noi.
  • Crescita personale e realizzazione di sé
    Per poter realizzare sè stessi è indispensabile un lavoro che, oltre ai contenuti e agli insegnamenti specifici settoriali, agisca su elementi di crescita personale che possano supportare il professionista in modo continuativo nel percorso di cambiamento.
  • Ci Vorrebbero molte pià giornate e tempo per approfondire
    Un corso, pur completo e valido che sia, è sempre riduttivo rispetto al mare di informazioni, temi ed approfondimenti che potrebbero essere necessari per completare un piano di formazione. Quindi è inevitabile che ognuno, raccolti i principali stimoli, possa/debba approfondire individualmente le tematiche di interesse.

I possibili sviluppi

Il progetto di “3° Settore Sport Leader” si apre a molte possibilità: può essere una proposta “Territorializzata” a disposizione quindi di Pubbliche Amministrazioni, Enti locali, realtà sportive e sociali, che volessero organizzare un’edizione ad hoc per il proprio contesto.

Potrà poi essere messo a disposizione di enti nazionali quali Federazioni Sportive, Enti di promozione sportiva per edizioni speciali.
Nel frattempo è in progettazione la prossima edizione, per verificare le date precise e le informazioni logistiche è possibile consultare la pagina 3° Settore sport-leader

10 tips socio sportive

Ecco alcuni consigli Consigli per aspiranti coordinatori sportivi

  1. Il coordinatore sportivo di terzo settore c’è
    Si muove tra gli stakeholder, anima le idee sportive per la comunità, lavora sulla relazione con i beneficiari
  2. Attivi per un Welfare proattivo
    Portare lo sport nel welfare per aiutarne la dinamicità. Il movimento insito nello sport può creare dinamismo anche nelle politiche sociali
  3. Praticare lo sport sociale
    Lo sport è prevalentemente pratica, anche nel caso delle sue potenzialità sociali necessita di essere applicato per poter funzionare
  4. Auto determinazione
    Il nuovo professionista dello sport sociale può autodeterminarsi
  5. La comunità come scopo più grande
    Operare al meglio per creare valore per la propria comunità
  6. Restituire e Condividere la propria esperienza sociale
    Impegnarsi anche per elevare la propria esperienza pratica raccontandola ed offrendola ad altri affinchè sia potenzialmente più efficace ed utile
  7. Nutrire gli Stakeholder
    Tenere bene a mente di riportare a tutti gli stakeholder in modo costante i dettagli e gli avanzamenti sulle proprie attività
  8. Welfare di Comunità con ambito di riferimento
    Lavorare con la consapevolezza che sia questo il vero livello su cui agire ed essere influenti
  9. Raccogliere informazioni di contesto
    Lo scenario di azione è ampio, serve una sguardo che abbracci in modo ampio il quadro delle necessità sociali del contesto in cui si agisce
  10. Potenziare la natura SMART dello sport
    Usare lo sport per trattare temi e contesti fragili con il suo potenziale di poter portare allegria e gioia

Conclusioni

Avere immaginato, ideato e prodotto questo corso è stato un grande processo di consapevolezza, ci ha consentito di venire a contatto con le intuizioni che ogni giorno, mentre eroghiamo i nostri progetti, ci balenano nella mente. Lo spazio professionale che si sta determinando per lo sport sociale richiama competenze settoriali. Sebbene si tratti di un’area in definizione e affermazione è già possibile tracciare delle “zone” di sapere dentro cui sviluppare la propria formazione. Noi ne abbiamo delineate alcune offrendo una prima carrellata di informazioni e strumenti utili. Definire un ruolo, una figura professionale aiuta a percepirne l’esistenza, il tempo e la pratica di ogni coordinatore sportivo di terzo settore aiuteranno a consolidarne ed affermarne presenza ed evoluzione.

Restiamo in evoluzione per assecondare il cambiamento che notiamo manifestarsi in cui lo sport diventa sempre più strumento potente per realizzare politiche sociali. Siamo certi che altre figure professionali potranno sbocciare per arricchire questo ambito.

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