Sport Sociale e Fragilità

Rendere ampio e flessibile il concetto di fragilità ci può aprire ad opportunità sportive di crescita

Inquadramento del concetto

Di recente, guidato dalla mia quotidianità di sport sociale, mi sono trovato spesso a riflettere sul concetto di fragilità. Che sia la scrittura di un bando, la riflessione su un’idea progettuale o l’attività pratica con le persone, mi trovo spessisimo dentro a questo argomento.
Mosso dal pensiero di voler essere utile, di fare in modo che anche i progetti di cui mi occupo possano effettivamente offrire beneficio concreto e supporto alle persone, consideravo come sia necessario predisporsi ad un allargamento del concetto di fragilità.
Serve una nuova consapevolezza per poter lavorare sull’estrazione del potenziale di ognuno e della pluralità.
Se lo Sport per l’Innovazione Sociale deve rivolgersi ai target fragili, in che modo, oggi, possiamo identificarne di precisi? La fragilità è un “requisito” solo di determinate categorie di persone? Oppure può determinarsi anche in modo trasversale toccando diverse tipologie di persone appartenenti a target diversi tra loro.

Definizione di fragilità

Partiamo da alcune definizioni della parola FRAGILITA’:
sostantivo femminile
  1. Facilità di rompersi al minimo urto, o ( fig.) di cedere alla minima occasione.
    “la f. del vetro”
  2. In medicina, la tendenza di alcuni organi o tessuti a lesionarsi facilmente.
    “f. ossea”

Il termine ‘fragilità’ si traduce in ‘facile rottura’. La persona fragile e insicura a livello comportamentale ha scarsa autostima, si scoraggia e si deprime facilmente, non si assume responsabilità, ha forti e costanti sbalzi di umore, ha paura di essere derisa, criticata, rimproverata, attaccata.

Ecco qualche riferimento descrittivo di “soggetti fragili” trovato in alcuni bandi pubblici per la presentazione di progetti
… favorire le attività di inclusione sociale di determinate categorie di soggetti fragili e vulnerabili come famiglie e bambini, anziani non autosufficienti, disabili e persone senza dimora.
….si considerano “persone svantaggiate”:

  • Gli invalidi fisici, psichici e sensoriali;
  • Gli ex degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico;
  • I tossicodipendenti, gli alcolisti;
  • I minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare;
  • I condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione.

Il tema della fragilità e della vulnerabilità è argomento chiave e portante anche dell’agenda 20/30 che predica attenzione e impegno per “ridurre le disuguaglianze” tra deboli e contesti più agiati.

Preso atto di questi elementi, scrivo questo articolo per proporre un nuovo punto di vista. Di fatto il nostro comportamento è quello di tenerci lontano da queste etichette, verificando con attenzione che siano altri quelli che richiedono attenzione particolare. Target per cui poter facilmente provare compassione nutrendoci della nostra diversità positiva. Spesso mi sono chiesto se coincidesse in qualche modo con aspetti legati alla SFIGA l’essere annoverati tra i soggetti fragili. Un’associazione di idee che fa proprio venire agli occhi il desiderio di distinguersi e differenziarsi.
Attenzione perché questo approccio potrebbe farci perdere alcune opportunità.

REMIND: la Fragilità va oltre alle etichette

Fragilità 2024

Se arriviamo da decenni in cui le condizioni socio economiche facilitavano la possibilità di trovarsi sulla sponda buona del fiume, quella in cui, tutto sommato, potevamo condurre una vita decorosa, protetta da insidie e pericoli, quasi certi di un nostro destino di gloria, lo scenario attuale apre ad alcuni cambiamenti possibili e probabili.
La fragilità è molto più vicina e, aspetto ancor più rilevante, è sempre meno materiale e più psicologica.
Dal mio punto di vista la fragilità è uno stato emotivo e mentale in cui ognuno di noi può cadere proprio perchè il contesto sociale attuale ci espone ad un elevato numero di stimoli che, non sempre, siamo in grado di governare e arginare in caso di negatività.
Ecco che aprirsi ad una considerazione di fragilità più ampia può aiutarci. Allargare il concetto, definirlo in modo che la nostra testa lo possa accettare meglio, può generare un comportamento di apertura utile a rafforzare concretamente la nostra antifragilità e l’accesso a tutte le opportunità di supporto che, autonomamente e in modo mediato da terzi, possiamo fruire.
Predisporsi alla possibilità di essere fragili, anche per periodi limitati, ci può offrire la possibilità di essere sostenuti, magari da un percorso sportivo.

REMIND: Accogliamo la fragilità

Lavorare su una nuova dimensione di fragilità

Ritengo che l’esercizio da fare sia allargare nella nostra mente il concetto di fragilità. Come accennato sopra, indipendentemente dalla situazioni oggettive è sempre come viviamo le nostre condizioni che genera la dimensione della nostra fragilità.
La fragilità è una condizione in cui tutte le persone possono potenzialmente trovarsi, indipendentemente dall’etichetta che ci viene associata dalla società.
Allargare il concetto di fragilità concependola come condizione di risposta a cause scatenanti della propria vita è un modo che già ci fa capire come, tutti noi, esposti a particolari situazioni dI disagio, possiamo trovarci in condizioni di fragilità.
A mio avviso, per come è organizzata oggi la società, sono aumentate le possibilità per cui possa capitare a tutti di trovarsi in condizioni di fragilità. Serve la sincerità di andare oltre alle etichette, ovvero le definizioni già appioppate alle categorie degli altri fragili, quelli che “noi non potremo mai essere”, i “poverini” per cui attraverso la pietas possiamo provare compassione (disabili, poveri….)
Diventa saggio considerare la possibilità di trovarsi in fragilità per cause fuori dal nostro controllo che, accidentalmente, ci mettono in crisi.

  • fragilità organizzativa,
  • fragilità finanziaria
  • fragilità sociale
  • fragilità lavorativa

Ognuno di questi fenomeni in cui è realmente molto più probabile incappare, può essere momentaneo. Concedersi di potercisi trovare può attivare una modalità nuova di cercare soluzioni in primis per starci dentro al meglio, secondariamente per trovare il modo di uscirne bene e il prima possibile.

REMIND: Vale alzare la mano per chiedere sostegno

L’elemento della Temporalità come impegno personale

Qualisasi sia la condizione che ci rende fragili, trovo che l’importante sia l’impegno personale a volerne uscire, la determinazione a raggiungere una nuova dimensione di mutata e sempre minore fragilità. L’impegno a scrollarsi di dosso il prima possibile l’etichetta evitando che diventi la nostra zona di comfort in quanto ci definisce.
Questo vale per tutte le categorie sopracitate, sia quelle che per antonomasia identificano la faragilità, sia i nuovi fragili. Ognuno deve essere stimolato a superare e migliorare la propria condizione. Anche tutto ciò che è supporto alla fragilità, deve lavorare in questa direzione: sostenere per generare un cambiamento sociale che favorisca una mutata, in meglio, condizione di fragilità.

REMIND: Tutto cambia ed evolve

Sport per fragilità

Lo sport può essere una soluzione che ben si coniuga a tutte le dimensioni di fragilità soprattutto se si vuole mantenere quell’accezione di temporalità: lo sport può offrire soluzioni per migliorare ed uscire dal proprio stato di fragilità.

  • È una dimensione ad accesso facile, posso praticarlo ovunque e con grande semplicità
  • Può avere dimensioni di pratica sia individuali che di gruppo
  • È accessibile a tutte le età
  • Può essere in più modi connesso con esercizi di personalità
  • È un grande maestro per la persecuzione del miglioramento di sè
  • Offre grandi spunti ed occasioni per conoscersi meglio
  • Può creare legami sociali funzionali al benessere personale
  • Ha benefici positivi sulle condizioni di salute
  • È un metodo per imparare a prendersi cura di sé
REMIND: aggiungi la tua frase nei commenti

10 tips socio sportive

Nell’esercizio ricorrente di riassumere in Short TIps i temi dell’articolo, mi sofrzo di trasformarle in indicazioni operative utili per gestire al meglio il proprio orientamento nel binomio sport- fragilità

  1. Conoscere
    informarsi sul tema della fragilità, del suo significato e delle sue molte sfaccettature.
  2. Superare
    le etichette che siamo soliti dare a gruppi di persone da cui desideriamo dissociarsi. Andiamo oltre! Cerchiamo di comprendere i motivi che sono alla base della condizione di fragilità.
  3. Riconoscere
    la propria situazione, saperla definire e descrivere evidenziando con senno le eventuali fragilità che la caratterizzano evitando la generalizzazione in positivo e/o in negativo.
  4. Dimensionare
    impegnarsi per dare dei confini a ciò che ci rende fragili stimando con coscienza il peso del disagio e sforzandosi di comprendere cosa e quanto ci serve per modificare il nostro stato.
  5. Raccontare
    le fragilità, verbalizzarle con amici e persone. Ricerchiamo questa dimensione anche solo per alleggerire il peso che la condizione che viviamo ci lascia.
  6. Praticare
    Intercettiamo un percorso sportivo, un’attività di movimento in cui impegnarci fisicamente. Se possibile che sia di facile accesso in modo da avere sempre pochi impedimenti nel farla.
  7. Ricercare
    Aggiungere curiosità alla pratica sportiva indagando tutti suoi benefici e sviluppi potenziali della personalità.
  8. Accompagnare
    la pratica sportiva con servizi di supporto. Possono essere individuali come Coaching, mentoring o percorsi con psicologici, oppure attività di gruppo in cui verbalizziamo e condividiamo con altre persone la nostra esperienza. (esistono anche piani di welfare pubblici a cui è possibili accedere)
  9. Proseguire
    mettere a regime lo sport, tenerlo nelle abitudini della propria vita anche quando ci accorgiamo di stare meglio, di essere in una mutata condizione di fragilità.
  10. Condividere
    con altri la propria esperienza senza dimenticare il valore di ciò che è stato per noi l’interno percorso. Possiamo essere utili ad altre persone che vorranno cominciare.

Conclusioni

Questo articolo mi è stato ispirato dal progetto “Give You Hop”, un percorso di sport e psico-educazione rivolto a donne che avvertono la necessità di migliorare le proprie condizioni psicosociali perchè in qualche modo, si riconoscono come fragili. Nel condividere le fasi del progetto con il team di “Give Yoou Hop!”, ci siamo trovati ad interrogarci su come il target potesse riconoscersi e quindi fare il passo di aderire al percorso gratuito di sport e psicoeducazione. Da li le riflessioni sull’importanza di conoscere, riconoscere e accettare una propria condizione di fragilità.
Il progetto vuole aiutare il target a modificare le proprie abitudini sportive tramite un’offerta di formazione sportiva, corso di fitness, coniugata con sedute di psicoeducazione, di gruppo ed individuali. Tra gli obiettivi c’è quello di aiutare il target a modificare nel medio-lungo periodi le proprie abitudini sportive arrivando ad organizzarne la priorità nonostante le proprie condizioni di vita.
A questo link puoi trovare i dettagli di “give You Hop!”

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Autore: Claudio Massa

Per anni ho faticato a rispondere alla canonica domanda “di cosa ti occupi”, ora, a chi me lo chiede, dico con fermezza “sono un Innovatore Sportivo”. Sostengo con le mie competenze e il mio impegno la realizzazione di idee e progetti di Innovazione Sociale nello sport e nell’educazione. Praticare la cultura di impresa nell’Innovazione Sociale è un percorso che si accompagna alla consapevolezza della propria crescita personale. Pubblico contenuti con riflessioni su esperienze personali, racconti, progetti, idee, errori, esercizi, appuntamenti, materiali didattici, che hanno a che fare con lo Sport per l’Innovazione Sociale. Lo faccio per condividere le mie esperienze e favorire nuove opportunità per persone, enti, territori, aziende e professionisti che si occupano di Sport e vogliono potenziarne i benefici tramite la sua applicazione nell’Innovazione Sociale.

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