Stakeholder e Sport Sociale: dalla visibilità al valore condiviso

Un processo chiave per costruire la sostenibilità progettuale alle azioni di sport sociale di comunità.

Indice

Introduzione

Lo sport sociale non è un evento, è un processo. Un processo che genera cambiamento, che fa crescere i bambini, che orienta i giovani, che alleggerisce il peso alle famiglie. Che dà forza ai territori.
Ogni volta che un progetto sportivo prende vita in un parco, in una scuola, in una periferia, non sta solo offrendo attività: sta creando comunità. E se lo sport sociale ha questa potenza trasformativa, allora non possiamo pensarlo e gestirlo come un’iniziativa isolata.
Serve una visione di sistema, serve coinvolgere chi ha a cuore quei territori. Serve costruire alleanze vere, con gli stakeholder. Non per mettere loghi su una locandina, ma per condividere percorso di cambiamento, un impatto.
Con questo articolo inauguro la nuova categoria “management” del blog “innovatore Sportivo”.

Stakeholder: da accordi lineari ad accordi di rete

Uno stakeholder è qualsiasi individuo, gruppo o organizzazione che ha un interesse diretto o indiretto negli esiti di un progetto, di un’attività o di un’iniziativa. Nel contesto dello sport sociale, gli stakeholder possono essere: scuole, enti pubblici, aziende, famiglie, cooperative, fondazioni, media, cittadini attivi — tutti coloro che sono coinvolti, influenzati o che possono influenzare lo sviluppo e l’impatto del progetto sul territorio.
Gli stakeholder non sono solo “destinatari”, ma possono diventare alleati strategici con cui co-progettare valore e generare cambiamento duraturo nella comunità.
Facciamo quindi un breve approfondimento sul rapporto di partnership che si può andare ad instaurare con lo Stakeholder.
Il modello classico di partnership è stato a lungo “lineare”: una realtà progettuale propone, un partner risponde. Spesso si limitava tutto a uno scambio superficiale: “tu ci dai un piccolo contributo, noi ti diamo visibilità.” Un meccanismo oggi ancora troppo in voga e, a mio parare, solo per una limitata conoscenza di modalità “altre” per instaurare rapporti virtuosi e funzionali tra stakeholder.
Usa volutamente la preposizione “TRA” in quanto anche noi siamo o possiamo essere un alleato strategico per gli altri. E’ proprio questa forma mentis da corroborare per generare in noi il giusto mindset nella costruzione del rapporto tra partner.
Tornando al modello classico, oltre alla linearità del rapporto, mi sento di segnalare anche la limitata tendenza a cercare solo la contropartita economica limitando in questo modo altri possibili scambi di valore.
Oggi, quantomeno per il tipo di modello che consiglio e che perseguo in prima persona, lavoriamo in sistemi di relazione, in stakeholder network, reti dove enti pubblici, aziende, scuole, fondazioni e terzo settore condividono visione, linguaggi e strumenti.
Il semplice collaborare viene integrato da termini come co-creare, co-progettazione.
Ecco alcuni spunti per orientare la nascita in noi Innovatori Sportivi, di nuovi punti di vista:

  • leggere i bisogni del territorio insieme agli stakeholder;
  • costruire progetti in cui ciascuno mette in campo risorse differenti (non solo economiche);
  • riconoscere i partner non come sponsor, ma come attivatori… di cambiamento, di impatto, di…
  • … Aggiungi anche tu eventuali spunti che possono essere di stimolo ad “innovare” il modo di vivere, instaurare, alimentare i rapporti con gli stakeholder

Valore condiviso: molto più di uno striscione

Quando propongo un progetto ad uno stakeholder, evito di approcciarmi con una richiesta cerco piuttosto di porre l’attenzione sulla proposta di valore condiviso, su ciò che insieme possiamo portare attraverso una collaborazione in un progetto di sport sociale.
L’immaginario collettivo, sicuramente condizionato dalle immagini che ci passano attraverso i media, ci pone davanti agli occhi una modalità in cui, soprattutto nello sport, sia l’opportunità di visibilità di un partner l’elemento di volta di una partnership. Questo può avere una senso per i grandi eventi, per le manifestazioni di interesse mediatico, ma nel piccolo e soprattutto nella dimensione socio comunitaria, ci possono essere logiche molto più efficaci su cui costruire la partnership. La visibilità, all’interno di un progetto locale, offerta come contro valore capite bene che potrà avere ritorni minimi per il partner.
Ma se chi si deve occupare di questi aspetti ha conoscenze di management sociale limitate, è molto probabile che la strategia per creare e sostenere uno stakeholder network sia estremamente ridotta. Aumentano così le probabilità che si ricada nella ricerca spesso vana del mero scambio di visibilità.
Come predico da tempo all’interno dei miei webinar, il passo rilevante è dotare i nostri progetti di un CODICE VALORIALE, per poter determinare con chiarezza la causa sociale delle nostre azioni ed utilizzare questa come modalità per trovare punti di contatto con gli Stakehodler.
Al posto di “vendere” uno spazio sul retro della maglietta, propongo di… costruire insieme opportunità educative per i giovani, nuove soluzione per la socialità sportiva degli anziani, nuove attività sportive per le scuole della comunità…
Questo approccio cambia tutto: cambia il modo di scrivere un progetto, cambia il linguaggio delle presentazioni, cambia anche chi decide di sostenerti. Perché chi condivide con te una visione ha più interesse a restare nel tempo.
E il valore si misura in tanti modi:

  • nella soddisfazione delle famiglie coinvolte,
  • nella crescita dei giovani volontari,
  • nella reputazione aziendale fondata sull’impegno autentico,
  • nella rigenerazione sociale dei quartieri marginali.

Modalità di nutrimento della partnership

Una partnership è come una relazione: se non la curi, si svuota.
Nei progetti sportivi che conduciamo, il modo in cui alimentiamo la relazione con gli stakeholder è parte integrante del progetto stesso. Ecco come nutriamo le partnership:

  • Incontri periodici per condividere risultati e criticità.
  • Coinvolgimento attivo nelle attività sul campo (es. volontariato aziendale).
  • Report di impatto, non solo numeri ma storie. (richiedi lo sport welfare report di Coach di Quartiere: https://coachdiquartiere.it/sport-welfare-report/ )
  • Attivazione delle risorse dell’altro: una scuola offre spazi, una cooperativa intercetta famiglie fragili, un’azienda dona tempo dei dipendenti.
  • Racconto delle partnership: sui social media, nei momenti pubblici, tramite la stampa locale…

In cambio, riceviamo continuità, alleanza, legittimazione, ma soprattutto un ecosistema che sostiene il progetto. Quest’ulitmo elemento assume una rilevanza strategica anche in termini di sostenibilità, di durabilità nel tempo. Più il progetto è condiviso, maggiori saranno le possibilità che, nel tempo, il piano delle risorse necessarie per sostenerlo arrivi dalla rete dei partner.

Consigli pratici

  • Parti da te, dal tuo progetto di sport sociale e chiarisciti tutti i punti vitali che possano farti riconoscere nel progetto che scegli di condurre
  • Codice valoriale: dota il progetto di un codice valoriale chiaro e condivisibile
  • Mappa il tuo territorio: chi lavora per i giovani, chi è sensibile ai temi sociali, chi può diventare un alleato? Chi può avere punti di contatto con il codice valoriale del tuo progetto.
  • Cambia linguaggio: non parlare di “sponsor”, parla di valore sociale, di cambiamento a medio termine, di beneficiari (impatto sociale).
  • Proponi valore.
  • Coinvolgi presto e spesso (e prima): non aspettare di avere tutto definito, costruisci il progetto insieme agli stakeholder.
  • Racconta bene ciò che fai: gli stakeholder hanno bisogno di storie concrete, dati credibili e visione di lungo periodo.
  • Sii trasparente e costante: anche quando qualcosa non funziona, condividilo. La trasparenza rafforza la fiducia.
  • … se hai altri consigli da condividere puoi scriverli nei commenti

Conclusioni

Lo Sport sociale può rapporedentare un grande volano per l’intero movimento sportivo verso il futuro. La dimensione tridimensionale dello stakleholder network è una meta verso cui dirigersi per dare struttura e gambe ai nostri progetti. Conepiamo già con l’idea di condividere, di creare qualche cosa che possa essere anche degli altri.
Per orientare il tutto ad un’azione, cerchiamo compagni di viaggio.

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