Prendersi cura di sé, per un innovatore sportivo, significa andare oltre il benessere personale e coltivare intenzionalmente le dimensioni che permettono di generare valore sociale. Questo articolo esplora la cura come competenza di mindset, attraverso tre aree fondamentali: teoria, pratica e spiritualità. Un percorso integrato che conduce verso una possibilità concreta: vivere di sport sociale in modo coerente e sostenibile.
Indice
- Premessa – Il significato profondo della cura
- La dimensione teorica – Dare forma al pensiero
- La dimensione pratica – Dare corpo all’azione
- La dimensione spirituale – Coltivare senso e congruenza
- Conclusione – La cura come processo integrato e continuo
Premessa – Il significato profondo della cura
La parola cura affonda le sue radici in un significato potente: avere a cuore. Non si tratta semplicemente di intervenire quando qualcosa non funziona, ma di prestare attenzione, di dedicare presenza, di riconoscere valore.
Nell’uso comune, la cura è spesso associata alla salute, al benessere fisico, o alla relazione con l’altro. Pensiamo al care giving, al prendersi cura di una persona, di una comunità, di un bisogno. In questi contesti, la cura diventa un atto di responsabilità e di coinvolgimento emotivo: qualcuno si fa carico di qualcosa che ritiene importante.
Quando il concetto di cura viene applicato a sé stessi, spesso rimane confinato alla dimensione salutistica o al recupero di energie. Tutto questo è certamente rilevante, ma per un innovatore sportivo il significato può ampliarsi ulteriormente.
Prendersi cura di sé, in questa prospettiva, significa coltivare intenzionalmente le dimensioni che permettono di generare valore attraverso lo sport, soprattutto quando lo sport è orientato a progetti sociali, educativi e di comunità.
La cura diventa quindi una competenza di mindset. Un atteggiamento continuo che riguarda l’identità professionale, la qualità dell’azione e la coerenza personale.

La dimensione teorica – Dare forma al pensiero
La prima area di cura dell’innovatore sportivo è quella teorica. È la dimensione in cui il pensiero prende forma e si struttura.
All’interno di questa dimensione possiamo individuare due macro-aree fondamentali.
Il contenuto
Prendersi cura del contenuto significa nutrire costantemente il proprio bagaglio di conoscenze. Studiare, approfondire, osservare modelli, confrontarsi con discipline diverse.
Per l’innovatore sportivo, il contenuto non riguarda solo lo sport in senso tecnico, ma include:
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educazione
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pedagogia
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sociale
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welfare
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sviluppo di comunità
Questa cura permette di costruire una visione ampia, capace di leggere i contesti e di immaginare soluzioni che vadano oltre l’attività sportiva in sé.

Il management
Accanto al contenuto, esiste la cura della dimensione manageriale. È lo spazio in cui il pensiero si organizza in metodo, struttura e strategia, permettendo alle idee di prendere forma e continuità.
Prendersi cura di questa dimensione significa dedicare tempo intenzionale all’apprendimento del management, inteso nella sua accezione più ampia e trasversale. L’innovatore sportivo è chiamato a conoscere e approfondire il management “puro”, così come le sue declinazioni sociali.
Management significa:
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progettare modelli di intervento chiari
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pianificare azioni, risorse e tempi
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sostenere nel tempo le iniziative
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rendere le idee replicabili, scalabili e sostenibili
In questa prospettiva diventano centrali:
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le teorie dei modelli di business
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il lavoro sulla value proposition
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i concetti di marketing e vendita, intesi come capacità di comunicare valore e costruire relazioni
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le basi del management classico, affiancate ai modelli di management sociale e di impatto
La cura di questa area consente all’innovatore sportivo di trasformare intuizioni, valori e visione in progetti concreti, capaci di stare in piedi, crescere e generare valore per le persone e le comunità.
La dimensione teorica, nel suo insieme, diventa così la cura della direzione, il luogo in cui si decide dove andare e con quali strumenti affrontare il percorso.
La dimensione pratica – Dare corpo all’azione
La teoria trova senso pieno quando viene vissuta. La seconda dimensione di cura è quindi quella pratica, intesa come applicazione consapevole di ciò che è stato pensato.
È la dimensione del campo, delle relazioni, delle scelte quotidiane. Qui l’innovatore sportivo sperimenta, osserva, aggiusta, apprende.
Prendersi cura della dimensione pratica significa:
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essere presenti nei contesti reali
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ascoltare le persone coinvolte
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accettare la complessità
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trasformare l’esperienza in apprendimento
In questa prospettiva, un consiglio ricorrente nel lavoro formativo è quello di partire da un progetto di sport sociale concreto, chiaro e determinato. La pratica trova infatti maggiore efficacia quando è orientata da un progetto reale, vissuto nella comunità, capace di offrire un riferimento continuo per l’azione e la riflessione.
Agire all’interno di un progetto permette all’innovatore sportivo di:
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confrontarsi con bisogni autentici
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misurarsi con vincoli reali
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osservare dinamiche relazionali e organizzative
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raccogliere segnali, ostacoli e opportunità
Vivere il progetto nella comunità significa immergersi nei contesti, prestando attenzione con estrema fedeltà a ogni elemento che può influenzarne lo sviluppo potenziale. Anche ciò che appare marginale diventa informazione preziosa per migliorare, adattare e rafforzare l’intervento.
La pratica diventa così un laboratorio continuo, in cui il pensiero si confronta con la realtà e ne esce arricchito. In questa dimensione, la cura si manifesta come attenzione alla qualità dell’azione e all’impatto generato, nel rispetto delle persone e dei territori coinvolti.

La dimensione spirituale – Coltivare senso e congruenza
Esiste infine una terza dimensione, spesso meno esplicita ma profondamente determinante: quella spirituale.
Qui la spiritualità non è intesa in senso religioso, ma come spazio di:
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miglioramento personale
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crescita interiore
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ricerca di senso
Prendersi cura di questa dimensione significa interrogarsi sul perché si fa ciò che si fa. Significa coltivare valori, motivazioni profonde, visione di lungo periodo.
Per l’innovatore sportivo, questa area sostiene:
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la capacità di attraversare le difficoltà
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la continuità dell’impegno
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la coerenza tra ciò che si pensa, ciò che si fa e ciò che si è
La dimensione spirituale è la cura dell’allineamento tra teoria, pratica e identità personale.
(Anche questa dimensione, per esprimere pienamente il suo potenziale, richiede una propria pratica e un tempo di dedizione. La lettura, il confronto, la riflessione, così come attività fisiche consapevoli o esercizi di presenza, diventano strumenti concreti per nutrire il senso, mantenere chiarezza interiore e sostenere nel tempo il proprio percorso.)
Conclusione – La cura come processo integrato e continuo
Prendersi cura di sé, per un innovatore sportivo, significa tenere insieme le dimensioni. Teoria, pratica e spiritualità non rappresentano compartimenti separati, ma parti di un unico processo vivo, che si alimenta nel tempo.
La dimensione teorica orienta il pensiero. La dimensione pratica lo mette alla prova nella realtà. La dimensione spirituale ne custodisce il senso profondo.
Quando queste tre aree dialogano tra loro, la cura diventa un atto quotidiano di coerenza. Coerenza tra ciò che si studia, ciò che si fa e ciò che si è. Coerenza tra identità personale e ruolo professionale. Coerenza tra intenzioni e impatto generato.
In questa integrazione prende forma una possibilità concreta: vivere di sport sociale. Non come slogan, ma come espressione di un’unità coerentemente agita, in cui lo sport diventa lavoro, progetto, servizio e visione. Un modo di stare nello sport che genera valore per sé e per le comunità, tenendo insieme sostenibilità, significato e responsabilità.
La cura, in questa prospettiva, non è mai solo individuale. È una responsabilità verso le persone incontrate, verso i contesti abitati, verso le comunità che attraverso lo sport cercano opportunità di crescita, inclusione e benessere.
Questo articolo nasce e si inserisce all’interno di un percorso più ampio, che ho raccolto nell’ebook “Vivere di Sport Sociale”, pensato per chi desidera trasformare lo sport in un progetto di vita e di lavoro, mantenendo coerenza tra valori, competenze e azione.
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La cura, alla fine, è una scelta. Una scelta che accompagna ogni giorno chi decide di innovare lo sport mettendo davvero a cuore le persone e le comunità.


