Dal dire al fare, come agire l’importanza
Indice
- Introduzione
- Arrivare ad agire
- I proclami
- Il tema della responsabilità
- Intercettare l’interesse per le nostre azioni
- Conclusioni
Introduzione
Occuparmi di sport sociale mi ha portato a vivere la stretta vicinanza con il funzionamento dei progetti, con la dimensione dell’oggettivo interesse collettivo ma scarso attivismo concreto.
Sono una persona che frequentemente si perde nei suoi pensieri, si arrovella, proietta, fa discorsi con sè stesso. Recentemente mi trovo spesso a ragionare su come poter favorire lo sblocco dell’attivismo, il passaggio dalla grande teoria dell’importanza e utilità di occuparsi di temi di valore, alla concreta azione che attua un processo realizzativo.
Ho più volte condiviso di come la mia strada prediletta di attenzione sia quella dei progetti di sport sociale. Un modo che trovo funzionale perché concreto, con dei confini precisi che lo definiscono, misurabile in termini di valore verso comunità e beneficiari, di esempio per altri ai fini di una replicazione o emulazione.
Il motivo per agire, la motiv-azione, è certamente soggettiva. Nell’interrogarmi sull’agire sociale mi sono più volte chiesto come si possa intrecciare, coniugare, miscelare con i soggettivi bisogni dei potenziali attivatori, i manager sportivi sociali. Penso infatti che la chiave di volta sia da ricercare in questi rivoli della singola attenzione personale. Una sensibilità sociale che si sposa con la passione sportiva e che stimola la ricerca personale di applicazione manageriale di competenze che si hanno già o che si possono imparare.
Arrivare ad agire
Il risultato dell’azione se osservato dall’esterno è in realtà un gesto e un’attitudine molto complessa e per nulla scontata. Da fuori osserviamo un progetto che si attiva perché una o più persone scelgono di dedicargli del tempo, di prendersi alcune responsabilità nei confronti di chi, a vario titolo, coinvolgono. Sembra tutto così semplice e scontato, sorridiamo nel vedere delle persone che arrivano a fare attività sportiva perché coinvolte e attivate da un progetto locale. In realtà dietro a quell’immagine che osserviamo per pochi minuti c’è un mondo sommerso, nascosto e per certi versi ignorato.
Difficilmente si vuole approfondire e conoscere realmente il principio che sta alla base dell’attivazione. Io penso invece che sia quella la chiave per rendere sempre più ricca la società di progetti ed azioni sportive di utilità sociale.
Conoscere e stimolare l’assunzione della responsabilità di azione. Favorire, sostenere, incentivare la cultura dell’imprentitoria sociale che aiuta a determinare le azioni progettuali.
I proclami
Domando a voce alta come si pensa di poter connettere un proclama ad un processo realizzativo. Sono molto presente a me stesso mentre scrivo questo concetto, dico realmente che invito a riflettere sulla connessione che può esserci tra proclamare, esclamare, affermare a gran voce “è arrivato il momento di occuparsi di giovani” e realizzare l’azione concreta che ne attua l’intenzione.
Eppure, quante volte ci è capitato, sia nel nostro piccolo che in scenari di più ampia importanza, di imbatterci in grandi ed enormi dichiarazioni piene di percepita e sincera volontà… e poi faticosamente si agisce il primo passo.
Nel descriverlo mi spoglio di ogni giudizio, analizzo questo processo come semplice comportamento. E’ un ricorrente dato di fatto. Si dice che sia importante da fare ma si fatica ad attuarne l’azione.
Questa dinamica rende estremamente rilevante il tema dell’ACTION, dell’agire l’intenzione. Quel famoso fotogramma che da fuori sempre facile e fluente da osservare, soprattutto se si tratta di sport, il gioco per eccellenza. Ma in realtà se pensiamo a quante intenzioni fanno a stento il primo passo, capiamo quanto sia rilevante agire: l’arte di passare all’azione.
Il tema della responsabilità
Molto spesso mi chiedo, cosa ci porta ad agire o, viceversa, a stare fermi. Tra le grandi risposte che mi dò quotidianamente c’è il tema della responsabilità. Un nodo rilevante che fa tornare il discorso sulla singola persona e sulla volontà, indipendentemente dal ruolo, di prendersi la responsabilità di agire. Se devo quindi identificare il tema chiave dell’arte di passare all’azione affermo che si tratta della capacità del singolo, in questo caso del manager sportivo sociale, di prendersi la responsabilità di agire. Verso sè stesso, verso gli altri. Senza uscire dal tema dell’articolo mi limito a fare una sola connessione con il concetto più debilitante dell’agire. Si rifiuta la responsabilità di agire per la paura del fallimento.
Intercettare l’interesse per le nostre azioni
Assodato che agiamo il nostro progetto perché vogliamo prenderci la responsabilità di quell’azione, i rischi ad essa connessi, le fatiche e gli impedimenti, gli oneri e qualche onore, c’è un tema che ci presenta nuovamente il colosso dell’immobilismo d’azione. Si tratta della connessione tra il progetto che agiamo e gli altri.
Qui si aprono temi e concetti che richiederebbero di essere trattati ed approfonditi uno ad uno, stando sul macro, ho pensato di calssificare, sulla base della mia esperienza, tre tipologie di possibili interazioni che potremmo avere nel condividere, presentare, promuovere il nostro progetto di sport sociale per cui già abbiamo scelto di prenderci la responsabilità di agire.
L’interazione tra gli altri e il nostro progetto può avere innumerevoli casistiche, dalle persone che casualmente ci vedono sui social, a interlocutori mirati a cui stiamo proponendo delle interazioni. E’ molto importante tenere presente quanto scritto fino ad ora proprio perchè ci aiuta a pesare e valorizzare le possibili ed inevitabili relazioni con gli altri che di base sono persone che oltre a rappresentare loro stesse possono interagire con noi con i nostri progetti anche per conto delle realtà che rappresentano.
- Bello Bravo complimenti
I complimenti sono importanti e fanno sempre bene al morale, nutrono e danno linfa. Riprendo qui il concetto dell’action riportandolo ora su coloro che interagiscono con noi. In questo caso l’action, non scontata è “farci i complimenti”, molti vorrebbero farlo ma si fermano, altri agiscono e ce li comunicano. Stessa cosa per chi arriva a porci domande anche solo per curiosità di sapere qualche cosa in più su di noi e sulle modalità con cui arriviamo a sviluppare i nostri progetti di sport sociale. - Ti metto in contatto con…
Questo secondo livello di interazione si differenzia dal primo perché ha un elemento maggiore di Action. L’interlocutore si prende la responsabilità di avanzare un’azione che, se porta a termine, dimostra fattivamente la sua intenzione di portare valore, di essere sinergico, di collaborare con la nostra azione progettuale. - Faccio anche io una parte… (Mi prendo il mio pezzo di responsabilità… )
Questo ulteriore livello di interazione è, a parer mio, il massimo a cui ambire. L’interazione che spontaneamente porta altri ad un grado di azione rilevante e sinergico rispetto al nostro progetto di sport sociale. L’azione fatta direttamente e realizzata. Si può trattare dell’organizzazione di un appuntamento, dell’invito ad un evento di presentazione, dell’avanzamento di un’azione autonoma e funzionale al no
Conclusioni
L’attuazione di un progetto di sport sociale ha quindi in primis la necessità di avere una forte propensione all’azione da parte nostra: il conduttore, il manager o il team che guida il progetto, deve essere orientato all’azione. Tale concetto si porta dietro il valore della responsabilità. Mi prendo la responsabilità di agire.
Sulla base delle modalità di relazione con la responsabilità di azione misuro anche la mia energia per rapporti, relazioni ed opportunità. Gli interlocutori, a loro volta, possono agire nei confronti del nostro progetto con diversi livelli di azione della loro parte di responsabilità.
È molto utile misurare la risposta attiva degli altri interlocutori anche come feedback relativo al nostro grado e livello di azione di responsabilità. Se ci siamo abituati ad un’action incondizionata è coerente ricercare altri che possano agire allo stesso modo.
Consideriamo anche che lo sport sociale risponde a bisogni spesso urgenti e rilevanti delle persone, questi sono continui, non hanno scadenza o limitazioni contingentate quindi è rilevante riuscire a creare sinergia di azioni, azioni, azioni… motivo per cui sia nella nostra intenzione di leadership che nella relazione con interlocutori siamo fortemente assetati di action: quanto più action troviamo tanto maggiore sarà il valore sociale generato.