Più volte, nel mio personale percorso di crescita, riesco ad avere acceso a mutate esperienze di consapevolezza, per fortuna. Sostanzialmente cambio idea rispetto a come la pensavo nel senso che rimango aperto a ciò che il percorso, la crescita, può aiutarmi a scoprire, compreso lo sviluppo di nuovi punti di vista relativamente a cose già processate. Nel caso dell’argomento in oggetto, la pratica dell’attività, quando ero più giovane, avevo quasi fretta di smettere di occuparmene per poter “finalmente” accedere a ruoli e mansioni di maggior rilevanza. Oggi ritengo che, nella realizzazione di un progetto di sport e di educazione che prevede l’erogazione di attività pratica per l’utenza, sia fondamentale continuare a mantenersi un accesso alla pratica così da consentirsi una percezione viva di ciò che serve realizzare, con stretto riferimento ai bisogni della società e delle persone. Tale linea di attenzione diretta porta anche informazioni su come raccontare un servizio, ci offre spunti per ragionare sui meccanismi di innovazione, ci porta a verificare i dispendi energetici, nutre la creatività specifica.
Nel raccontare questo episodio, mi immagino di parlare a coloro che allenavano e facevano attività in prima linea, che oggi desiderano e ambiscono gestire, ideare, coordinare, condurre e managerializzare chiedendosi se e come continuare a fare attività in prima persona. Mi rivolgo a coloro che in un contesto educativo si trovano a dover coordinare team, tracciare linee guida metodologiche per i propri progetti sportivi ed educativi, estrarne i contenuti e presentarli ai potenziali fruitori.
Nel condurre il corso per istruttori ed educatori del Centro Nuoto Rosà, presentavo la mia scaletta di esercitazioni previste con l’idea di testare come elementi di marketing potessero entrare nel processo di costruzione di un piano educativo per i camp estivi, mi ero messo in testa questa sfida da realizzare. Ho creato un percorso per verificare quanto ciò che avessi in testa suscitasse interesse ed entusiasmo nei partecipanti. Mi interessava proporre l’attività, in progressione didattica rispetto alla logica della giornata, osservare se e come quanto proponevo tenesse coinvolti i partecipanti. L’osservazione della loro reazione era per me fondamentale per poter comprendere quanto stessi centrando il mio esperimento personale: nutrire il loro bisogno di informazioni coinvolgendoli emotivamente nelle proposte. Raggiungere questo scopo mi avrebbe consentito di poter dimostrare la mia tesi ovvero che l’educatore, l’istruttore che è a contatto con l’utenza è l’anello finale di un processo di realizzazione di una missione educativa che esprime valori e scopi di un più ampio gruppo di lavoro e che è funzionale al perseguimento di risultati anche in termini di funzione sociale che il servizio educativo erogato rappresenta.
Ho alternato esercitazioni ad alto impatto in cui tutti si muovevano e partecipavano a momenti di dialogo e confronto all’interno del gruppo. Cercavo di dare continui strumenti di lettura dell’esperienza che era la cosa per me più importante da far vivere. Io leggevo le proposte e le reazioni del gruppo pensando a quanto l’attenzione al metodo possa ancora fare la differenza e vincere sull’avere esercizi pronti e pre-confezionati da proporre ai gruppi. Per questo, continuavo a spostare l’attenzione sui processi di creazione di un gioco e non sull’esercizio stesso.
Andavo ad ancorare l’esperienza alla creazione di strumenti di feedback per loro stessi, così che potessero comprendere se e come riproporre gli stimoli ricevuti. A me serviva nutrimento per i miei personali test sul metodo e sui principi da perseguire nell’organizzare progetti didattici. (A breve dovrò validare il percorso di formazione per il progetto Coach di Quartiere per formare volontari a fare attività sportiva gratuita per bambini e famiglie con difficoltà socio economiche. Su questo percorso di formazione si baserà molto della strategia di diffusione del progetto stesso, più il metodo sarà efficace, maggiori saranno le opportunità di diffusione del progetto, ecco svelato come la pratica possa avere rilevanza nel sostenere una progettualità di innovazione sociale).
Il contatto con la pratica:
Praticare, ovvero tenere un incontro, una lezione formativa, un discorso, oppure condurre una sessione di allenamento, o un’attività educativa a scuola è riconducibile all’andare in scena, in diretta. Ovvero non c’è una seconda occasione per riavvolgere il nastro e sovrascrivere. Quindi è presente quella componente emotiva che arricchisce il momento con un ingrediente molto particolare che, a seconda del carattere di chi conduce, può essere un vantaggio oppure no.
Personalmente considero questo elemento come filo conduttore: più volte nella vita mi sono trovato a condurre e, l’esperienza in sé, è sempre molto unica, soprattutto se arrivo a confrontare i target che, in diversi momenti, ho avuto davanti: bambini piccoli, adolescenti, giovani adulti, studenti universitari, senior; tra l’altro in contesti anche differenti tra loro. C’è un filo conduttore che unisce e accomuna tutte le esperienze passate e, certamente, anche quelle future. La sensazione che vivo di riuscire ad intrattenere, ovvero coinvolgere emotivamente nell’esperienza la mia audience.
Un buon coinvolgimento è un ottimo presupposto per il trasferimento dei contenuti, dal contatto con la pratica ricerco questo elemento prioritariamente, desidero quindi che sia fortemente presente nei progetti che realizzo e nelle attività che conduco direttamente o per tramite di altri professionisti e collaboratori.
Nel perseguire intrattenimento ecco alcuni elementi che suggerisco di allenare, alimentare e nutrire attraverso pratica e formazione:
- Metodo.
- Credo che un buon metodo di lavoro, un processo schematico di erogazione che contenga le più variegate proposte sia un ottimo modo per sostenere ogni performance pratica. Avere schemi che si ripetono fatti da successioni di momenti ci aiuta a dare ordine e ad appoggiarci per creare ed emozionare. come esempio cito 3 dei miei riferimenti metodologici:
- Il Contenitore Vuoto
- uno schema di confini che riempio ogni volta con contenuti diversi a seconda del contenitore. Il tipico contenitore vuoto di una lezione può essere: MOMENTO INIZIALE, MOMENTO CENTRALE E MOMENTO FINALE. Ogni momento ha le sue caratteristiche e in base a quelle sceglo in modo più adeguato i contenuti. Ogni spazio del Contenitore vuoto può, a sua volta, ospitare altri sotto-contenitori.
- Ritmo incalzante
- orientare il proprio intento all’organizzazione del lavoro affinchè tra una proposta e l’altra sia poco il tempo di latenza in cui può disperdersi l’attenzione degli utenti
- Misurazione dei numeri di coinvolgimento
- i 2 numeri da verificare sono quello relativo alle pause e quello che risponde al numero dei soggetti coinvolti nell’esercizio. Sono entrabi influenzabili da scelte organizzative. Proporre attività che coinvolgano tutto il gruppo, fare in modo che l’organizzazione dei giochi riduca i tempi di attesa. (file lunghe)
- Il Contenitore Vuoto
- Stimolo dell’attenzione.
- sorpresa e novità
- all’interno dello schema metodologico, garantire sempre uno spazio alla sorpresa, alla novità; condire con un po’ di incertezza la giornata dei nostri utenti per riservargli quel pizzico di fascino della scoperta, il gioco a sorpresa, un golden point fuori programma.
- interazione tramite domande e proposte
- interrompere le attività e chiedere interpretazioni, approfondimenti, sensazioni
- coinvolgimento attivo nel programma
- assegnare ruoli ai partecipanti, chi può segnare i punti, chi fa le squadre, chi si occupa di aiutare a preparare un gioco…
- sorpresa e novità
- Trasferibilità di elementi da altre discipline
- Riportare cose imparate in altri contesti all’interno dell’attività che stiamo facendo, i simboli del marketing possono essere un ottimo modo per lavorare sull’appartenenza, le tecniche di comunicazione utilizzate nel business possono ispirare esercizi per favorire il dialogo e il coinvolgimento nel gruppo
- Riportare cose imparate in altri contesti all’interno dell’attività che stiamo facendo, i simboli del marketing possono essere un ottimo modo per lavorare sull’appartenenza, le tecniche di comunicazione utilizzate nel business possono ispirare esercizi per favorire il dialogo e il coinvolgimento nel gruppo
Nel CONTATTO CON LA PRATICA, ricerco e ritrovo spunti per verificare idee e progetti, per farlo è fondamentale:
- Osservazione attiva dei partecipanti durante la conduzione. Guardando le loro reazioni capisco se e quanto sono coinvolti
- Feedback formali creare dei momenti in cui fate una raccolta di feedback su determinati aspetti che volete verificare
- Domande informali nei momenti di transizione o pausa, chiedete esplicitamente a qualcuno come sta andando.
“Vi confesso che, quest’anno, Ho sofferto tremendamente le lezioni on-line, fatica a capire se e come stessero andando le mie conduzioni”.
Qualche riferimento conclusivo sull’importanza del tenere vicina la pratica e del come arrivare a farlo anche da adulti e mentre si evolve nel proprio ruolo professionale.Nel caso della conduzione di progetti e attività educative e sportive ecco alcune domande da farsi per comprendere il ruolo del rapporto con la pratica:
- Che ruolo ha il praticare tutto o parte del processo che ci troviamo ad insegnare proporre e addirittura a vendere?
- Come e cosa si può praticare di ciò che insegniamo o chiediamo di insegnare ai nostri tecnici ed istruttori?
- In che tipo di erogazione credo, cosa deve generare secondo me oggi la pratica e quali caratteristiche deve avere il metodo e l’approccio educativo nelle attività?
Ognuno potrà trovare le proprie risposte, il contatto con la pratica garantisce la possibilità di verificare se la dimensione di attività pensata è attuale e utile all’utenza.
La pratica è un test, per garantirmi micro unità in cui verificare ciò che poi mi consente di scrivere, riflettere e pensare ad idee di progetti imperniati sull’erogazione.Questo è il motivo per cui mi salvo alcuni slot annuali in cui mi metto in gioco, vado a realizzare io in prima persona le attività che voglio testare e su cui poi vado a progettare l’intera dinamica progettuale.
Ecco alcune delle cose pratiche che mi concedo di realizzo direttamente:
- giornate per istruttori sportivi, massimo 3 all’anno, in genere sul tema dei centri estivi perché consente di testare più temi compresa la relazione tra marketing e prodotto.
- unit per educatori, (2/4 annue) collaboratori diretti che dovranno ispirare e stare con utenza
- lezioni universitarie (2/4 annue)
- sessioni di businesscoaching ad imprenditori del mondo dell’innovazione sociale e dello sport,
- webinar su progetti speciali (Insegnanti sul tema dell’educazione civica, corsi per volontari,)
Potrei fregarmene della pratica perchè ora ho prevalentemente ruoli gestionali ma è ancora troppo rilevante nel farmi capire e orientare, mi da contatto.
Nel rapporto con altri istruttori ed educatori che devo coordinare o con cui sono chiamato a collaborare, dal mio rapporto con la pratica capisco se l’istruttore/educatore, mi percepisce, può seguirmi, si nutre delle mie intuizioni e sperimentazioni.
Posso raccogliere da loro stimoli e idee per innovare e progettare prodotti e servizi superpower in grado di rappresentare un’offerta educativa al passo con ciò che l’Innovazione Sociale merita di realizzare.In un processo evolutivo ecco alcuni elementi da considerare relativamente al rapporto con la pratica:
- considerate l’osservazione ed il coordinamento come strumenti di accesso alla pratica.
- Proponete e partecipate a focus group in cui create scambio e partecipate alla scelta definendo degli aspetti cardine da rispettare.
- Praticare il processo aiuta a tenerlo vivo.
- Se dovete coordinare gli istruttori, gli educatori, vi serve mantenere un’apertura alla pratica diretta dei metodi e dei processi.
- Posso stabilire un legame di scambio e trasferimento sulla pratica con una persona che ho incaricato di dedicarsi alla sperimentazione dei processi.
- Se sono un istruttore, è bene praticare alcuni gesti, giochi e stare molto a contatto con l’erogazione tanto da comprenderne sempre l’efficacia, la buona progettazione e la buona esecuzione.
- Mettetevi dall’altra parte, partecipate a corsi e sessioni in cui subite la didattica altrui e pensate a come innovarla e migliorarla con la vostra attitudine da istruttori condottieri
- Auto ispiratevi partecipando ad un corso e mettendo in pratica le vostre idee meravigliose, e le vostre intuizioni
Dal racconto di questa giornata vi presenterò ancora un tema per approfondire altri elementi utili a comprendere il percorso di progettazione e di esistenza di idee e progetti nell’innovazione sociale:
- la relazione tra prodotto e marketing
Se ti interessa proseguire l’esperienza sui temi della Conduzione Coraggiosa e della progettazione professionale di sport ed educazione nell’innovazione sociale, puoi leggere quanto scritto qui sotto.
Come poter continuare l’esperienza sui temi di questo contenuto:Quella che ho raccontato in questo articolo, è un estratto di vissuto dell’ultimo periodo. Come potrai immaginare sono arrivato ad intrecciare questa opportunità per il fatto che, quotidianamente, da anni, mi trovo immerso nella dimensione profesionale dello Sport e dell’Educazione per l’Innovazione Sociale.
Ci tengo a dare contributo alla diffusione di tutto ciò che è nella mia possibilità per diffondere questa cultura, divulgarne il know-how e condividere opportunità professionali migliorative e di stimolo per i professionisti e le realtà professionali di questo settore.
Per questo, sul mio blog, nella mia newsletter, nei miei eventi e attraverso i miei materiali, potrai trovare altri racconti, audio, video, esercizi che trattano il tema e offrono spunti di riflessione.
Nelle prossime settimane aprirò, solo per pochi giorni e per un massimo di 25 persone, la possibilità di ricevere la Mini rubrica gratuita di contenuti multimediali, “PROGETTARE PROFESSIONALMENTE LO SPORT NELL’INNOVAZIONE SOCIALE”. Puoi assicurarti fin da ora di essere inserito nel gruppo, cliccando a questo link ed inserendo la tua email.PROGETTARE PROFESSIONALMENTE LO SPORT NELL’INNOVAZIONE SOCIALEMini-rubrica Gratuita di contenuti professionali per Condottieri Coraggiosi.
Real Experience attraverso il progetto “Coach di Quartiere”I temi saranno i seguenti:
- Per il Condottiere Coraggioso:
- Riflessioni di Mentalità e di approccio professionale all’Innovazione Sociale
- Primi strumenti di Cultura di impresa
- Allenarsi all’Innovazione Sociale
- Contenuti specifici:
- Comunità Educante
- Paternariati territoriali
- Networking
- Materiali:
- Video didattici
- Download con schede/esercizio
- Case History
Un’azione di rilevante orientamento per approcciarsi in modo professionale al tema dello Sport e dell’educazione e progettare azioni efficaci, utili e innovative.
Assicurati di essere inserito nel gruppo, clicca a questo link ed inserisci la tua email.I Temi saranno affrontati utilizzando il progetto Coach di Quartiere come caso di studio e esperienza guida per processare i contenuti formativi con un orientamento già pratico ed applicativo di competenze e mentalità. - Credo che un buon metodo di lavoro, un processo schematico di erogazione che contenga le più variegate proposte sia un ottimo modo per sostenere ogni performance pratica. Avere schemi che si ripetono fatti da successioni di momenti ci aiuta a dare ordine e ad appoggiarci per creare ed emozionare. come esempio cito 3 dei miei riferimenti metodologici: