Esiste una nuova dimensione che chiede progettualità e professionisti dei progetti di sport sociale
Indice
- Introduzione
- L’equazione dell’innovazione sportiva nel 2024
- La sovrapposizione tra Sport e mondo no profit
- Cambiamenti in atto per SSD ed ETS
- Cosa cambia per gli stakeholder
- 3 Call To Action per l’innovatore sportivo
Introduzione
Di recente nei miei interventi dal vivo anticipo gli argomenti annunciando la nascita ormai evidente del “Terzo Settore Sportivo”, la definisco come una nuova area professionale in cui lo sport è strumento per la realizzazione di azioni di welfare di comunità. Un ambito in continua crescita che nella sua evoluzione si porta lo spazio per accogliere nuovi professionisti. L’affermarsi progressivo del terzo settore sportivo è un’evidente opportunità per tutti coloro che desiderano accogliere nella loro vita lo sport sociale. Il famoso vivere di sport sociale, a cui mi rifaccio nelle mie newsletter, è sempre più possibile proprio grazie a questa quotidiana determinazione. Uno spazio autentico, vivo, responsabile che accoglie le potenzialità dello sport per andare incontro alla necessità delle comunità di vivere al meglio. All’interno di questa nuova dimensione lo sport si esprime molto bene, libera nuova parte del suo potenziale e riesce a dare possibilità a noi di contribuire a vario titolo con il valore generato. Dal volontario, al manager professionista, all’imprenditore.
L’equazione dell’innovazione sportiva nel 2024
Negli scorsi anni, mentre aprivo i miei interventi nei corsi per Società sportive e enti del terzo settore locale, oppure mentre raccontavo agli studenti universitari lo scenario dell’organizzazione sportiva italiana, proiettavo la slide dell’equazione sull’Innovazione Sportiva. SPORTI ISTITUZIONALE + TERZO SETTORE + INNOVAZIONE SOCIALE = INNOVAZIONE SPORTIVA. Il CONI e le Federazioni a rappresentare l’istituzionalità sportiva e il racconto di un passato che vedeva nei tesserati sportivi gli unici soggetti che sembrava potessero essere annoverati tra i praticanti. Scisso esisteva un no-profit puro, fatto di Associazioni di promozione sociale, culturali, giovanili. Organizzazioni di volontariato, imprese sociali e fondazioni che sembrava prendessero le distanze dallo sport perchè non titolati per proporlo. In ultimo l’invocazione all’innovazione sociale rivolta alle pubbliche amministrazioni sempre più prive di strumenti per poterla realizzare in autonomia. Nella mia visione di qualche tempo fa c’era l'”innovazione sportiva” come risultato dinamico della somma di questi elementi. Lo sport progettato con gli stakeholder e proposto anche come strumento per realizzare azioni, attività e progetti di utilità sociale capaci di rispondere ai bisogni odierni della comunità.
La sovrapposizione tra Sport e mondo no profit
Nel paragrafo precedente ho elencato alcune tipologie di organizzazioni che possono rappresentare il mondo del no-profit e che, dal 2017 hanno visto l’inizio di un percorso di cambiamento normativo legato alla riforma del terzo settore. Anni di evoluzione che negli ultimi tempi sono entrati in contatto con la riforma dello sport che si sta occupando di dare nuove regole ad associazioni e società sportive che, sebbene no-profit, hanno sempre vissuto un loro percorso di regolamentazione istituzionale. Questi due mondi sempre in parallelo anche per la loro giurisdizione, con l’evoluzione delle due riforme iniziano ad avere moltissimi punti di contatto che attualizzano e rendono concreta la possibilità di azioni di innovazione sportiva.
Di notevole rilevanza la nascita di Sport e Salute che, oltre a modificare l’assetto politico dello sport italiano ha messo il cappello su una modalità di proporre lo sport aperto anche ad organizzazioni non sportive fuori dal contesto CONI. Sport e Salute si sta proponendo come ente di riferimento per iniziative ed azioni di Sport Sociale che invitano le organizzazioni no profit tutte a sviluppare una visione dello sport a 360° offrendogli funzionalità fino a poco tempo fa imprevedibili.
Si può quindi parlare di un terzo settore sportivo dotato di regole e giurisdizione con la possibilità di riferirsi ad un ente istituzionale come sport e salute. La possibilità di un’organizzazione sportiva di aderire al registro unico del terzo settore esiste e gli ETS già costituti e iscritti possono proporre azioni ed attività sportive perché presenti nell’elenco delle “attività di interesse generale” della riforma del terzo settore.
Per cultura e conoscenza personale a questo link trovate tutto l’elenco delle attività di interesse generale disciplinate nella riforma del terzo settore.
Cambiamenti in atto
Nel corso della mia carriera lavorativa ho trascorso molti momenti nell’ambito sportivo istituzionale, collaborato con Enti e Federazioni afferenti al mondo CONI. Qualche anno fa, nell’esercizio della mia dimensione imprenditoriale, ho iniziato a rivolgere lo sguardo al mondo del no-profit. Ricordo la sensazione di stupore. Fu come aprire la porta di una stanza segreta. Una volta spalancata ho trovato davanti colori, praterie, allegria, vita. Esisteva un settore molto bene organizzato in cui lo sport istituzionale, sebbene anch’esso no-profit non era presente. Eppure tutto ciò che scoprivo poteva aderire perfettamente all’impostazione manageriale di una realtà sportiva.
Al di là di capire i motivi per cui lo sport era assente o non fosse stato invitato, quello scenario oggi è in mutazione. Ci sono tanti reciproci motivi per cui questo sodalizio può solo essere positivo per entrambi i mondi. Ecco i miei due best:
- Le organizzazioni sportive possono acquisire una cultura aziendale e un’impostazione professionale molto ben strutturata facendo propria la modalità di sviluppo progettuale che gli ETS hanno connaturata nella loro modalità di azione.
- Gli ETS possono fare loro e utilizzare lo sport e il suo grande poter attrattivo, inclusivo, moltiplicativo. Una caratteristica molto funzionale allo sviluppo di potenzialità lato welfare da mettere a disposizione delle comunità.
Cosa cambia per gli Stakeholder
Tra gli stakeholder annovero tutti i soggetti presenti sul territorio di riferimento di una società sportiva o ente del terzo settore. La pubblica Amministrazione è per me sempre il riferimento principale seguito dagli enti a lui riferibili, scuole, centri diurni, centri di ascolto, servizi sociali, uffici di ambito territoriale. Seguono tutte le realtà del privato sociale, ETS del territorio, centri di promozione del volontariato. Si termina con tutta la parte costituita dal mondo del privato commerciale aziende e altre organizzazioni come CAF e patronati.
Dotare una comunità di un terzo settore sportivo offre nuove possibilità a tutti gli stakeholder di realizzare azioni di welfare di comunità. Sapere che lo sport è fruibile come progettualità di welfare cambia la prospettiva. Gli stakeholder sanno che l’azione sportiva non è più “confinata” solo negli spazi delle società sportiva, ma è “aperta” ovvero contaminabile e fruibile. Lo Stakeholder può fare sua un’azione sportiva del territorio, valorizzare le competenze di una realtà capace di erogare sport per generare un plus in termini di valore per i cittadini.
Una Cooperativa sociale che ha in carico alcune azioni dei servizi sociali pubblici legati all’accompagnamento dei minori, può appoggiarsi ad un progetto sportivo per arricchire l’offerta per i propri beneficiari. Un’azienda può trovare sinergia in termini di welfare coniugando il progetto sportivo locale con azioni rivolte alla propria popolazione aziendale.
3 Call To Action per L’innovatore Sportivo
- Per attuare il cambiamento descritto sopra in modo pratico, ragiona per progetti di sport sociale. Ovvero cerca di identificare le attività sportive con azioni che hanno uno scopo, un target di beneficiari e un valore generato, ben definiti per la comunità di riferimento. Racchiudilo in un macro contenitore e definiscilo con un nome ben riconoscibile.
- Per abbracciare il più possibile la nascita del terzo settore sportivo ricerca un’impostazione imprenditoriale dei tuoi progetti di sport sociale. Sebbene perseguano scopi funzionali al benessere delle persone e non producano beni, possono avere una matrice imprenditoriale. Studiala perchè si può sviluppare imprenditorialmente anche con formula no-profit.
- Il terzo settore sportivo indica di orientarsi ai benefici di valore per i cittadini. Sviluppa in primis una tua visione di medio lungo periodo in cui prevedi un cambiamento nelle abitudini sociali di persone e comunità, esercitati a trasmettere la visione a collaboratori, partner, stakeholder.