Diventare consapevoli di poter divulgare con responsabilità
Indice
- Introduzione
- La mia relazione con la divulgazione
- Cosa e a chi divulgare
- Motivazioni per divulgare
- Tra le righe della divulgazione
- Conclusioni
Introduzione
Negli ultimi mesi, sto vivendo momenti ed attività in movimento, presentazioni nelle scuole, interventi in Università, presentazioni in conferenze, presentazioni di progetti, lezioni all’interno di corsi. Sebbene siano attività che nella mia vita ho già svolto, queste ultime le sto affrontando con una particolare attenzione, sento maggior consapevolezza e avverto anche la potenziale funzione divulgativa.
Senza alcuna presunzione sul fatto che ciò che racconto potrà interessare o meno gli interlocutori è come se fosse scattata una nuova funzione del mio girovagare. Resta il raccontare e trasmettere ma con una nuova responsabilità che voglio prendere che è la divulgazione di attenzioni, aspetti e contenuti funzionali ad obiettivi collegiali, comunitari di tutti.
La mia relazione con la divulgazione
“Fare divulgazione significa rendere accessibili e comprensibili concetti, idee, e conoscenze complesse a un pubblico ampio e spesso non esperto. L’obiettivo è facilitare la comprensione di temi scientifici, culturali, sociali o tecnologici, contribuendo a diffondere la conoscenza e stimolare la curiosità e il pensiero critico.
In pratica, la divulgazione prevede di comunicare argomenti specialistici in un linguaggio semplice e chiaro, senza perdere l’accuratezza e la correttezza dei contenuti”
Riporto qui sopra cosa mi ha scritto CHAT GPT in risposta alla domanda cosa significa “fare divulgazione”. Il significato mi è molto chiaro e lo era anche nei mesi scorsi, di recente ne ho preso consapevolezza e sto ragionando e riflettendo sulle azioni necessarie affinché il tutto risulti efficace.
Cosa e a chi divulgare
- Cultura dello sport sociale: promozione di una modalità di vivere e fare sport che ne contempli anche la valenza sociale, promozione di un approccio che favorisca la nascita di progetti sportivi di comunità capaci di interconnettere gli stakeholder territoriali, persone, scuole, amministrazioni locali, realtà sportive e sociali, aziende.
- Sport strumento di utilità sociale: lo sport può fare del bene, può essere veicolo e strumento non solo con i suoi effetti fisiologici ma anche con le sue potenzialità aggregative e ludiche. Lo sport è anche giocare insieme, prendersi quindi meno sul serio e avere meno remore a potersi mettere in gioco. Per questo è una modalità di connettere, accogliere, favorire, promuovere… In questo vedo la necessità di presentare la visione, quindi anche interlocutori capaci di diffondere ed amplificare i messaggi possono essere destinatari di divulgazione.
- Cultura di un approccio professionale all’imprenditoria sociale e sportiva: promuovere sport e benessere per le persone richiede competenza adeguata ai tempi attuali, risulta limitante pensare solo ed esclusivamente al contenuto delle attività e alle capacità organizzative ed erogative dello stesso. Per poter realizzare un progetto che possa perseguire seriamente il benessere della collettività servono competenze anche manageriali funzionali alla conduzione della attività di sport welfare. Terzo settore sportivo e professionisti della filiera hanno il compito di perseguire tale preparazione.
- Sport & Terzo Settore: presentare una visione che supera la netta separazione del passato e aiuta a far crescere i presupposti affinché i due mondi dialoghino e potenzino le aree di sovrapposizione. Utilizzare lo sport per la preparazione sportiva ma anche per perseguire obiettivi di welfare. Un approccio funzionale sia a pubbliche amministrazioni che a realtà del terzo settore sportivo.
In generale mi auguro che il mio divulgare possa incontrare l’interesse di tutti coloro che si vogliono impegnare per essere funzionali e utili attraverso il proprio contributo nello sviluppo di soluzioni socio sportive. Persone che, indipendentemente dal ruolo rivestito, vogliano migliorare sè stessi per migliorare il mondo utilizzando lo sport per praticare le proprie azioni. Un particolare focus del mio divulgare va ai giovani professionisti, attuali e futuri, desiderosi di affermarsi in questo settore professionale come imprenditori in primis di sè stessi.
Come Target secondario vedo altri portatori di interesse: membri di P.A., Manager CSR, titolari di aziende, titolari di imprese sociali e ETS.
Motivazioni per divulgare
Ci sono argomenti che hanno una particolare presa, che innescano il nostro agire, motivi che muovono azioni. Sono fondamentali nel alimentare la voglia di condividere. Eccone tre che vanno a braccetto con il mio divulgare:
- Giovani e futuro
Mi stimola molto attivarmi per obiettivi funzionali alla crescita ed all’orientamento sociale dei giovani, in questo ambito trovo molta facilità nel ricercare e sperimentare soluzioni progettuali che vadano anche a scambiare con i più giovani possibili spunti e strade per creare percorsi utili di crescita, di miglioramento sociale, di sport. In questo momento vedo la categoria dei giovani in più modi: come beneficiari di azioni di progettuali (16-18 anni), come destinatari di divulgazione civica sulle tematiche dell’innovazione sociale sportiva (18 – 22), come target professionale di sviluppo manageriale (22 – 24). - Innovazione sociale
La propensione all’innovazione sociale mi affascina molto, talmente tanto che la ritengo una chiave di volta per il miglioramento delle condizioni di benessere delle persone. Si sposa molto con il mio carattere che poco si adagia nell’equilibrio e nel comfort e che spesso stimola le nuove soluzioni per governare i cambiamenti. Spesso la vivo anche come una sfida. - Oltre gli ostacoli della realizzazione
Questa la potrei definire la mia personale “battaglia”, la predisposizione a saltare, superare, girare intorno agli impedimenti che si presentano sulla strada della realizzazione. Trovare la soluzione per finalizzare un progetto o un’azione utile disintegrando gli ovvi impedimenti che spesso le sovrastrutture organizzative impongono.
Lo sport per me resta lo strumento, fin da piccolo mi guida nell’esplorazione della vita, oggi l’ho scelgo come mezzo per portare valore.
Tra le righe della divulgazione
Nell’intimità del mio studio trovo il coraggio per scrivere bene cosa mi piacerebbe lasciare attraverso la mia attività di divulgazione. Nell’azione invece, sento di dover ancora acquisire un po’ di sicurezza in me stesso per riuscire ad esprimermi con ancor più autenticità e forza. Per questo motivo alcune volte tengo per me messaggi e riflessioni. Ecco l’occasione per scrivere tre messaggi che mi piace trasmettere nelle occasioni in cui mi trovo a parlare in pubblico. Si tratta di fatto di tre capisaldi in cui credo e che mi piace passare come messaggio insieme ai contenuti che propongo:
- autodeterminazione: Ognuno può ritagliarsi lo spazio di azione più funzionale alla propria determinazione, capire come il suo agire può essere il reale motore in grado di determinare l’espressione della qualità della propria vita. Vivere di sport sociale, ad esempio, è una scelta che possiamo autodeterminare dal momento in cui desideriamo sia parte fondante del nostro quotidiano. Mettersi nella condizioni di poter generare le cose ed i fatti che vogliamo accadano.
- coraggio di agire: L’arte di passare all’azione, in ambito sportivo sociale ne sento la necessità quotidiana, servono azioni attivanti e facilitanti che smuovano e promuovano percorsi utili alle persone. Serve abbandonare la paura del fallimento e abbracciare il coraggio di agire, di prendersi la responsabilità che l’azione intrapresa possa funzionare, generare, attivare.
- perché e valori: Li penso come gli spiriti guida, per molti anni li ho sottovalutati, ho agito in base a motivazioni di superficie e spesso mi sono smarrito. Conoscersi aiuta a comprendere meglio la vita e le sfide che fanno per noi. Avere consapevolezza dei propri valori e dei propri perchè sostiene l’energia di azione
Conclusioni
Sebbene io mi senta molto sicuro delle azioni di realizzazione delle mie attività e dei miei progetti sportivi, relativamente alla divulgazione avverto timidezza. Mi sento ancora insicuro nel trasferire con convinzione tutto ciò in cui credo, che ho maturato e che penso possa essere realizzato. Mi chiedo spesso chi sono io per arrogarmi il diritto di divulgare sebbene non ci sia nulla di male nel farlo.
In ogni caso da quando ho ricercato regolarità nella produzione di contenuti ho trovato metodo per stare all’interno del percorso del nutrimento della mia conoscenze. Mi piace studiare gli argomenti, reinterpretarli e realizzare mie applicazioni progettuali per poterne raccontare l’andamento. Adoro condividere gli esperimenti sociali delle attività che conduco. Una sorta di sistema che si autoalimenta e che ha nel racconto un punto energetico rilevante.
Penso anche che ci siano momenti in cui si debba vivere con responsabilità l’attività di divulgazione, io questo lo avverto quando mi trovo a confronto con gli studenti delle superiori.