Partire dal welfare per arrivare allo sport

Tra gli spunti più utili nel modo di pensare allo sport nel futuro c’è quello di iniziare ad immaginarlo come uno strumento integrato nel sistema di welfare.
Superare quindi una logica che lo colloca solo come “Sport e Tempo libero” fuori da logiche di priorità, di importanza, di necessità dell’individuo, per passare ad una sua connotazione fortemente integrata con i servizi alla persona che un sistema di welfare locale può e deve prevedere.

Definisco prima cosa intendo per welfare: mi riferisco a tutte quelle attenzioni di servizio per i bisogni primari della persona, dei cittadini. Nel tempo l’erogazione del welfare si è modificata passando da un modello in cui era totalmente a carico dello stato, soprattuto nel rispondere a bisogni fondamentali (salute, sicurezza, istruzione…), per arrivare oggi ad avere un modello integrato che contempla altri soggetti erogatori quali aziende private e enti no profit.

Oggi prende spazio una necessità molto specifica e dettagliata, sono molti i bisogni sociali a cui i cittadini cercano risposte. Questo spiega la grande varietà di soggetti che si inseriscono nell’erogazione di servizi di welfare, sono molti i contenuti e le attività che prendono spazio e forma in questo scenario.

Da qui la mia riflessione odierna:
Concepire e progettare lo sport come servizio di welfare può rappresentare una dimensione progettuale per il futuro del settore sportivo?
Nel piccolo della nostra dimensione quotidiana, quindi, che ruolo possiamo/vogliamo far giocare allo sport?

La risposta è soggettiva ed ognuno di noi può cercare la sua. Ti indico alcune mie personali risposte, poi mi puoi dire le tue nei commenti:

  • Allineamento con il territorio per comprendere necessità e bisogni
    • Partire dal proprio territorio, o quanto meno da un territorio specifico cogliendone le necessità in termini di bisogni evasi. Vado ad approfondire quanto e cosa è scoperto in termini di supporto sociale.
  • Verifica risorse disponibili, più che altro a livello di competenze
    • Ponderare le risorse, non sono solo quelle economiche, per progettare un intervento di terzo settore. E’ molto probabile che si debbano trovare risorse più SOFT, come competenze in noi stessi o in alcune persone da coinvolgere nel progetto.
  • Il bisogno a che Target di persone si riferisce, meglio ancora se riesco a trovarne uno mio prediletto
    • Si lega al punto uno e lo approfondisce in termini di beneficiari potenziali. Meglio ancora se i settori scoperti da servizi siano utilizzabili con attività e proposte in cui inserire un mio target prediletto.
  • Valore da generare
    • E’ sempre bene interrogarsi sul valore che la nostra iniziativa può generare in primis per i beneficiari diretti, secondariamente per gli altri interlocutori coinvolti, soprattutto gli enti territoriali. Far stare bene una persona significa sostenere il lavoro che lo stato e il Comune hanno lo scopo di perseguire.

Superate queste fasi preliminari inizio a considerare il contenuto e quindi il tema sport come strumento per “calzare a pennello” nel contesto preso in esame.

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Autore: Claudio Massa

Per anni ho faticato a rispondere alla canonica domanda “di cosa ti occupi”, ora, a chi me lo chiede, dico con fermezza “sono un Innovatore Sportivo”. Sostengo con le mie competenze e il mio impegno la realizzazione di idee e progetti di Innovazione Sociale nello sport e nell’educazione. Praticare la cultura di impresa nell’Innovazione Sociale è un percorso che si accompagna alla consapevolezza della propria crescita personale. Pubblico contenuti con riflessioni su esperienze personali, racconti, progetti, idee, errori, esercizi, appuntamenti, materiali didattici, che hanno a che fare con lo Sport per l’Innovazione Sociale. Lo faccio per condividere le mie esperienze e favorire nuove opportunità per persone, enti, territori, aziende e professionisti che si occupano di Sport e vogliono potenziarne i benefici tramite la sua applicazione nell’Innovazione Sociale.

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