PROGETTI SPORTIVI DI 3° SETTORE

Caratteristiche essenziali di un progetto sociale di tipo sportivo

Cosa sono i progetti sportivi di terzo settore

Progetti in cui lo sport è strumento per perseguire una causa sociale. Attraverso lo sport porto valore ad uno specifico target. Aggiungo anche che la cura è quella di orientare il progetto ad un interesse collettivo, condiviso con la società.
Quindi il nobile progetto di creare una squadra di pallavolo di bambini assume una valenza di terzo settore se viene potenziato magari dalla selezione di un particolare target vulnerabile di bambini e se l’attività si porta con se obiettivi con ricaduta sulla società in termini di impatto di lungo periodo.

“Progetto di doposcuola scolastico per bambini di famiglie mononucleo con un programma giornaliero che prevede esperienze formative integrate con altri insegnamenti, fino all’aiuto compiti, può essere descritto come progetto anti-dispersione scolastica e sociale oppure progetto di orientamento sociale.”

REMIND: FATTI GUIDARE DAGLI SDGS (trovi tutto a questo link)

Da proposta a Progetto

Cosa trasforma un’idea, una proposta, in progetto? Diventa quindi essenziale fare una distinzione semantica relativamente a quando si usa la parola progetto. Al di là della sua etimologia, dal punto di vista pratico, é tale se attuato. Fino a quel momento resta una proposta oppure se preferiamo un’idea.

Cosa fa attuare un progetto? le risorse!

Per fretta si pensa sempre che le risorse siano solo i soldi, in realtà il concetto è molto più ampio, pensiamo ad esempio alle persone.

  • Competenze. Possiamo avere necessità di determinate capacità per poter realizzare il nostro progetto.
  • Motivazione. Le persone che coinvolgiamo portano in dote la loro motivazione, noi in primis. Spesso ad animare la nostra motivazione è un sentimento molto intimo legato a valori e missioni personali, molto soggettivi e diversi tra un individuo ed un altro.
  • Volontari. Sono una tipologia di risorsa umana che può portare valore in un progetto fino a fare la differenza e, magari, arriva a toccare i due concetti precedenti in modo rilevante e molto funzionale agli scopi del nostro progetto. Posso quindi trovare una persona competente che, mossa da motivazioni personali, si offre come volontario per un determinato ruolo all’interno del mio progetto.

Sono altri gli ambiti che poi possono essere inseriti nella categorie risorse, pensiamo agli strumenti, alle attrezzature. Per qualsiasi tipologia di risorsa, in funzione della sostenibilità progettuale ,è rilevante il concetto di tempo, di proiezione di medio e lungo periodo. Nell’immaginare il tema risorse necessarie al progetto serve fare un pensiero non solo al suo avviamento ma anche al sistema che, nel tempo, lo renderà sostenibile e in grado di provvedere al suo sostentamento. Ecco che si arriva al tema della sostenibilità.

REMIND: allarga il concetto di risorsa

Le strade della sostenibilità

Per perseguire la sostenibilità di un progetto sportivo di 3° Settore un modo può essere quello di ragionare intorno a qualche parola/concetto chiave. Ne propongo alcune:

  • risorse in senso lato

Abbiamo visto di come il concetto risorse, se concepito in senso lato, necessiti di un’attenzione delicata sia in termini di comprensione e analisi del fabbisogno, che della necessità della sua programmazione nel tempo, per perseguire una capacità del progetto all’auto sostenibilità. Il tema risorse umane, materie prime, beni, strumenti, competenze… si intreccia con quello dei soldi e richiede la creazione di un modello di business capace di schematizzare il funzionamento del progetto.

  • welfare

Contestualizzare il progetto socio sportivo all’interno di un piano di welfare offre un posizionamento rilevante anche in chiave di sostenibilità perchè lo inserisce in uno scenario di bisogno a cui già il sistema pubblico e sociale è orientato e, magari, prevede la possibilità di condividere risorse (servizi, contributi…). Così facendo è più facile collocarlo, inoltre, concepirlo come progetto di welfare lo nobilita portandolo ad essere visto e vissuto diversamente dai diversi interlocutori, stakeholder e potenziali partner. Un corso di ginnastica dolce può avere caratteristiche e punti di affinità con un progetto di welfare per la terza età, pensarlo in tale direzione ci aiuta ad estrarne le caratteristiche ed i dettagli descrittivi.

  • network

Lavorare in rete per condividere gli oneri della persecuzione di scopi. Le collaborazioni possono spaventare e sicuramente richiedono molta energia e dedizione ma, allo stesso tempo, portano in dote la possibilità di trovare supporto e impulso per i nostri progetti socio sportivi. Una partnership vincente e funzionante può nascondersi dietro alla ricerca degli scopi comuni da perseguire che possiamo trovare. Per ricercare partnership efficaci si può ragionare su collaborazioni con realtà operanti in aree e ambiti differenti dalla nostra per ridurre il rischio di conflitto di interessi e stimolare il progetto realizzato a trovare soluzioni disponibili per più realtà e ambiti.

  • il lavoro sulla causa sociale

la causa sociale è la chiave per collocarci anche nel percorso di intercettazione delle risorse, sia per le partnership che per altri scambi di valore. Massimizzare la causa sociale, utilizzarla come matrice per sovrapporre intenti di collaboratori, aziende private, donatori, partner, stakeholder.

  • l’orientamento della GOVERNANCE

Ovvero come si conduce il modello di funzionamento del nostro progetto della nostra realtà. Quali meccanismi di creazione del valore consentono anche la persecuzione di un profitto da reinvestire nel progetto. Serve diventare consapevoli di un’impostazione orientata alla persecuzione del profitto che questo sia not for profit è semplicemente un modo di orientare le risorse generate alla massimizzazione della causa sociale, ma l’orientamento al mark_up è indispensabile per la sostenibilità. Da questo concetto ho sviluppato il prossimo paragrafo.

REMIND: esercita il to pensiero laterale sul modello di business

La GOVERNANCE del progetto

Ritengo necessaria una GOVERNANCE di stampo imprenditoriale ovvero che orienti il modello di funzionamento del nostro progetto verso la produzione di utili.
Come anticipato prima sebbene NOT FOR PROFIT, l’utile sarà necessario per avere risorse atte a sostenere e mantenere nel tempo il nostro progetto di sport sociale, ma non solo.

Un progetto ben impostato capace di generare risorse economiche potrà garantire il reinvestimento per la creazione di nuovo valore e per la scalabilità di un impatto sociale.

Tale impostazione ha delle caratteristiche precise che io faccio rientrare all’interno della macro area “MANAGEMENT di 3° SETTORE” e che hanno inevitabili analogie con concetti vicini al mondo dell’impresa e dell’imprenditoria.

Il rischio imprenditoriale: può coesistere il rischio imprenditoriale con un’attività non for profit. Può risultare illogico che una o più persone scelgano di prendersi il rischio di avviare un progetto sapendo già che non gli genererà vantaggi economici e, in più, senza la sicurezza che questo possa funzionare, quindi con un buon rischio di vanificare sforzi ed eventuali investimenti iniziali. Quindi davanti alla necessità di capitale iniziale o di fronte all’assunzione di una responsabilità patrimoniale come potrebbe combaciare la logica di impostazione not for profit? Penso che tutto parta della determinazione di obiettivi e dal fatto che, se l’impostazione iniziale viene organizzata per rendere il progetto sostenibile, il meccanismo vada pensato mettendo a valore fin dall’inizio l’impostazione con tale obiettivo.

Un approccio imprenditoriale messo alla base offre alla progettualità caratteristiche molto potenti e capaci di conferire al progetto forza e vitalità riducendo se non annullando le possibili criticità appena citate.

Ecco 3 tratti secondo me rilevanti derivanti dell’approccio imprenditoriale di cui ci si può giovare:

  • la visione

Spesso alla base di un’iniziativa, di un’azione condotta imprenditorialmente c’è una visione capace di dare direzione e confini al progetto sociale.

  • la spinta

Dare una base imprenditoriale all’iniziativa gli conferisce caratteristiche di propulsione, di spinta, figlie della determinazione che sta dietro alla volontà, alla motivazione di arrivare alla sostenibilità.

  • la ricerca della soluzione

Molte volte il successo di un progetto, anche in ambito sportivo sociale, è mosso dalla capacità e dalla voglia di superare gli intoppi di trovare sempre nuove soluzioni alle problematiche che di volta in volta si presentano. Questo è anche derivante dalla voglia dei soggetti promotori, degli imprenditori sociali, di vincere e superare la sfida.

REMIND: la sostenibilità è legata alla progettazione dell’uso e della genesi delle risorse

10 TIPS

  1. Minimun value product: prendiamo spunto dal mondo della produzione di prodotti, quale può essere il primo prototipo del nostro progetto?
  2. Modello di funzionamento: pensiamo bene alla proposta di valore, ai destinatari di tale valore, ai partner/alleati, a come devono arrivare i ricavi per pagare costi del progetto
  3. Guardare da fuori: osserviamo da lontano il “nostro” progetto, cerchiamo di analizzarlo con distacco per determinare un parere più oggettivo
  4. Viverlo sul campo: pratichiamolo, viviamolo, raccogliamo le emozioni che lascia la sua realizzazione; fa parte del nostro personal ROI e ci offre spunti per il racconto
  5. Condividerlo con altri: tra i grandi valori di realizzare un progetto sportivo sociale c’è sicuramente quello di poterlo condividere con altre persone.
  6. Raccontarlo: prendere il vissuto, l’idea, la visione e trasformale in racconto è funzionale a molte cose tra cui osservare la reazione delle persone che vi ascoltano
  7. Pensalo come fosse di tutti: Il progetto sportivo e sociale è di tutti, di chi lo fruisce, di chi lo eroga e della città. Ognuno giova dei suoi benefici di impatto sociale
  8. Partnership: Coinvolgiamo chi oltre a noi può avere interesse a realizzare la causa del nostro progetto sportivo sociale
  9. Sportivo: Lo sport è un grande strumento di accesso per tutte le parti sociali, valorizziamo questa caratteristiche per attrarre, coinvolgere e mettere in pratica il nostro progetto
  10. Puntare a lungo termine: Lavoriamo per fare in modo che il progetto funzioni a lungo termine, che resti nel tempo, che possa inserirsi nelle nuove abitudini dei soggetti coinvolti.

Progetti sportivi di terzo settore: Conclusioni

L’impostazione del progetto sportivo sociale su matrice di governance imprenditoriale è da mettere alla base, concepirlo fin da subito perchè diventi sostenibile, dargli quella dimensione di funzionamento. L’ambiente del welfare è una dimensione favorevole per l’insediamento di iniziative di valore sociale. La ricerca di un network che condivide i medesimi scopi e obiettivi può favorire lo sviluppo del nostro progetto.

Tutto questo può essere racchiuso in un’impostazione manageriale di terzo settore per cui suggerisco di informarsi e formarsi in modo ricorrente e continuo.

Ecco qualche consiglio su cosa leggere e studiare in merito:

Letture: A tu per tu con i manager del terzo settoree

Corsi e percorsi

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Autore: Claudio Massa

Per anni ho faticato a rispondere alla canonica domanda “di cosa ti occupi”, ora, a chi me lo chiede, dico con fermezza “sono un Innovatore Sportivo”. Sostengo con le mie competenze e il mio impegno la realizzazione di idee e progetti di Innovazione Sociale nello sport e nell’educazione. Praticare la cultura di impresa nell’Innovazione Sociale è un percorso che si accompagna alla consapevolezza della propria crescita personale. Pubblico contenuti con riflessioni su esperienze personali, racconti, progetti, idee, errori, esercizi, appuntamenti, materiali didattici, che hanno a che fare con lo Sport per l’Innovazione Sociale. Lo faccio per condividere le mie esperienze e favorire nuove opportunità per persone, enti, territori, aziende e professionisti che si occupano di Sport e vogliono potenziarne i benefici tramite la sua applicazione nell’Innovazione Sociale.

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