Qualche tempo fa mi interrogavo spesso su come si potesse misurare l’impatto sociale di un’iniziativa. Confesso che il tema mi sembrava distante e lontano dalle mie attitudini e competenze. Eppure percepivo “l’urgenza” l’esigenza quasi impellente di dover diventare molto abile a praticarlo per i miei progetti.
Per un lungo periodo ho procrastinato e rimandato a domani, alla settimana prossima, al prossimo anno. Poi ho trovato uno stimolo molto utile per iniziare ad approcciarmici e oggi ne condivido alcuni elementi che spero, esattamente come è successo a me, possano essere utili ad altri: iniziare a ragionare e pensare i progetti in modo temporalmente dinamico.
Uscire dall’idea che un progetto sia mono temporale. Un’azione, un’associazione che fa un intervento, che realizza un progetto agisce inevitabilmente rispetto ad un PRIMA, in un DURANTE e per un DOPO.
Quindi, un primo modo per pensare IMPACT è quello di dotare di un percorso temporale il proprio progetto, le proprie idee, le proprie analisi di intervento.
Questa logica altera il pensiero progettuale e lo potenzia perchè gli fornisce la possibilità di generare un cambiamento, un impatto. Io la vedo proprio come elemento che dirompe e offre valore alla semplice idea creativa.
Inoltre, se caliamo l’idea in un flusso temporale possiamo immaginare un primo processo di validazione: è necessaria? Risponde ad un bisogno delle persone? Una volta realizzata mi immagino dei cambiamenti frutto della sua attuazione?
Quindi per potenziare una propria idea la si può ragionare in un ottica Impact:
- comprendere il contesto prima dell’intervento,
- immaginarsi cosa può succedere durante,
- fare delle ipotesi su cosa può rimanere dopo aver terminato l’erogazione o dopo un primo ciclo
Calando questa riflessione nel mondo sportivo mi sono accorto di come si possa dare grande valore a tutte le attività proposte alle persone, di come un semplice corso o progetto di preparazione sportiva possa assumere una nuova dimensione.