Ciao oggi ho in testa questa riflessione un po’ ZEN che intreccia l’immaginario collettivo sportivo e mira a spostare l’attenzione sulla ricerca di significati ALTRI alle proposte di pratica sportiva che facciamo ai giovani.
Sono molto curioso di conoscere il tuo pensiero al riguardo, lasciami ciò che credi nei commenti

Parto dal CONI. Come sappiamo lo scopo del CONI e quindi delle sue affiliate Federazioni, è la preparazione olimpica, ovvero prodigarsi con mezzi e risorse per massimizzare il percorso di individuazione, formazione e perfezionamento di atleti che possano rappresentare il paese nelle manifestazioni olimpiche.
Sotto al sistema CONI-FEDERAZIONI, prende forma il tessuto sportivo costituito da Associazioni che poi, localmente “tesserano” i bambini. Quando iscriviamo un bambino in una società sportiva in genere questa è affiliata ad una Federazione, che offre l’opportunità al bambino di entrare nel grande mondo CONI per tramite della sua squadretta locale.

Per costruire il mio ragionamento prendo il calcio, sport nazionale, sotto gli occhi di tutti, afferente alla FIGC che, grazie al grande circo mediatico che gravita intorno al suo sport, ha addirittura la possibilità di avere un settore professionistico (per gli uomini, sulle donne ci stiamo arrivando, abbiamo i nostri tempi di elaborazione del percorso), cosa che altre Federazioni olimpiche non hanno.

Questo il riferimento numerico relativo al Calcio
“solamente 1 calciatorino su 4-5 mila arriverà ad esordire in Serie A. Negli ultimi 10 anni appena 622 ragazzi cresciuti in settori giovanili sono riusciti a calcare un campo di A, su un totale di 710mila tesserati”.

La mia attenzione va sui 710mila, sul potenziale che può assumere questo dato se visto e trattato in una sua dimensione sociale. In ogni federazione con le debite proporzioni per le più partecipate e quelle definite “minori”, i numeri di base sono di gran lunga superiori rispetto a ciò che poi rappresenta l’attività di vertice.

La mia considerazione odierna è che il valore è sempre nel percorso e non nella meta. Possiamo migliorare nel trasferire il valore, il senso e la valenza di svolgere il percorso quotidiano di pratica, di socialità di condivisione che lo sport ci offre in termini di possibilità. Dare struttura in forme e modalità differenti al viaggio, al valore che la giornata di ogni singolo utente, grande o piccino, ha per noi e può avere per lui. Creare occasioni e momenti magici ora, adesso, per quello che si può vivere nel momento modificando il peso che l’eventuale successo individuale potrà avere sul senso generale di fare sport. Questo vale sia verso i singoli i singoli che verso la collettività.